MACERATA - Una maxi frode fiscale, attraverso una serie di imprese 'apri e chiudi', è stata scoperta dalla Guardi di Finanza nel maceratese.
Nel mirino degli inquirenti un gruppo di etnia cinese che lavora nel settore tessile e calzaturiero, al termine dell’indagine il gip di Macerata ha disposto il sequestro preventivo di beni per 81 milioni.
L'indagine, denominata 'China Black', è partita da un controllo in un'azienda, che pur in presenza di ingenti vendite dichiarate risultava essere totalmente sconosciuta al fisco. Secondo le fiamme gialle, ammonterebbero a circa 200 milioni di euro i ricavi non dichiarati ai fini delle imposte sui redditi e due imprenditori sono stati denunciati.
Il sistema di frode consisteva, in sostanza, nell'aprire una società, intestarla formalmente a un prestanome e, per il tramite della stessa, effettuare ingenti importazioni di merci dalla Cina, facendole arrivare in Italia grazie a triangolazioni e cessioni intracomunitarie effettuate con società intermediarie in Bulgaria e Grecia, paesi nei quali si può usufruire dell'esenzione dal pagamento dell'Iva al momento dello sdoganamento della merce, rinviando il pagamento dell'imposta in Italia, dove la merce veniva immessa al consumo.
Per gli inquirenti, però, il breve ciclo di vita delle aziende 'apri e chiudi', gestite formalmente da 'teste di legno', ha permesso l'evasione fiscale. Accogliendo la richiesta della procura di Macerata, il gip ha emesso un decreto di sequestro per equivalente di beni fino a concorrenza delle imposte evase per circa 81 milioni di euro eseguito dalle fiamme gialle, che hanno confiscato denaro, una villa e quattro immobili, auto di lusso (tra cui due Porsche), numerosi gioielli e orologi in oro, borse, vini e champagne pregiati, riconducibili al gestore della società indagata.