FERMO – In base a chi parla, il quadro economico regionale cambia. C’è chi parla della moda come di un settore dinamico che assume più di quanto licenzia, chi ne sottolinea invece la difficoltà ed esalta la scelta di prorogare la cassa integrazione. E la moda è solo un esempio. Ci sono i dati che sottolineeano la rinascita della montagna, ma poi dimenticano che il quadro economico è più che complicato e il reddito da 19mila euro di media lo dimostra.
E infine ci sono i dati sull’occupazione e la retribuzione. “Cresce l'occupazione nelle Marche ma con la contraddizione che le retribuzioni stanno diminuendo” sentenzia la Cisl leggendo il report realizzato dall’Università Politecnica delle Marche.
La ricerca, che indaga su vari ambiti tra cui demografia, servizi e retribuzioni, si basa sull'andamento degli indicatori negli ultimi dieci anni e paragona i livelli a quelli della media nazionale e, soprattutto, alle quattro Regioni confinanti (Toscana, Abruzzo, Umbria ed Emilia-Romagna).
Il tasso di occupazione nelle Marche registra un trend in crescita dal 2018, con una leggera accelerazione dal 2022: nel 2024 è al 67,2% e nello stesso anno il tasso di disoccupazione scende al 5.2% (il livello più basso dal 2008). Si tratta di un andamento migliore rispetto alla media nazionale.
Diverso il quadro parlando delle retribuzioni medie: prendendo a riferimento il gruppo più numeroso degli operai, impiegati ed apprendisti con contratto a tempo indeterminato, nelle Marche sono in media annua pari a 23.893 euro. Risultano inferiori di circa 1.300 euro alle medie dell'Italia, di 2.400 a quelle del Veneto e di 3.900 a quelle dell'Emilia Romagna. I lavoratori marchigiani percepiscono mediamente 26.744 euro all'anno, le lavoratrici 19.960 euro.
“Ci sono varie motivazioni” almeno secondo Marco Ferracuti, segretario Cisl Marche. “La nostra manifattura è centrata su settori maturi: il 78% dei lavoratori sono impiegati in qualifiche basse e a bassa innovazione, oltre l'80% sono a conduzioni familiare, e la terza questione è l'esplosione della precarietà. Perché negli ultimi anni abbiamo visto scendere sempre di più le assunzioni a tempo indeterminato”.
Per il sindacalista stanno prendendo piede i contratti stagionali e il lavoro in somministrazione, la somma di queste tipologie di contratto fa il 45% delle assunzioni nelle Marche. Eppure permane il problema del reperimento delle figure necessarie: “”Rispetto alle entrate annuali previste – conclude Ferracuti – si riscontra una crescente difficoltà di reperimento, che nel 2024 raggiunge il 51% a fronte delle 136.110 assunzioni previste”.
Sollecitato su questo punto, il governatore Francesco Acquaroli ha sottolineato che “come regione stiamo lavorando non solo per l'occupazione, ma anche, tramite la formazione, per l'innalzamento della qualità professionale dei nostri lavoratori. La sfida è di portare un valore aggiunto per innalzare la competitività dei lavoratori, la loro capacità professionale e quindi la loro retribuzione”.