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Marche in missione tra buyer e negozianti: "Per vendere scarpe a Bruxelles e in Belgio dovete essere forti sui social"

5 Luglio 2025

di Raffaele Vitali

BRUXELLES – Una missione veloce, meno di 24 ore, di cui quattro passate da protagonisti: ecco le Marche a Bruxelles con scarpe e prodotti enogastronomici. La scelta della capitale d’Europa non è stata casuale, visto che il mercato belga per il distretto calzaturiero è ai primi posti e vale oltre 130milioni di export. Tra l’altro con segni di crescita.

Ma è un mercato maturo, complesso e con dele sue regole. Come hanno avuto modo di appurare gli imprenditori  o detto sì alla missione pensata da Regione Marche, Atim e Assocalzaturifici. Al tavolo del ristorante Racine's, uno dei migliori italiani a Bruxelles, si sono seduti giornalisti, buyer e in particolare alcuni grandi negozianti del Belgio, quelli che le scarpe le vendono e quindi conoscono i gusti.

Da loro sono arrivate indicazioni precise che evitano avventure e quindi sprechi di risorse. “Questo è il nostro obiettivo, favorire la conoscenza, il matching e, per chi ci lavora già con questa parte di Europa, uno sviluppo consapevole” sottolinea l‘assessore allo Sviluppo Economico Andrea Maria Antonini.

Lo ascolta l’ambasciatrice italiana in Belgio, Federica Favi, che ha promosso a pinei voti l’iniziativa. “Noi abbiamo una strategia chiara che dopo Bruxelles porterà gli imprenditori a Monaco, visto che la Germania va difesa e supportata, essendo la prima voce di export, e poi invece organizzeremo un incoming dedicato a Stoccolma e area scandinava”.

Cosa fare quindi se uno vuole vendere in Belgio, che non va mai dimenticato è un paese con più anime, oltre che lingue? “La qualità è importante, ma non è il fattore chiave in questa fase. Per vendere bisogna essere protagonisti sui sociale” spiegano i titolari de ‘La Bottega’, importante negozio ad Hasselt.

“Noi compriamo made in Italy, ma è sempre più importante avere un brand riconoscibile. Non è questione di modelli è di originalità. In Belgio le persone passano ore sui social, in particolare Instagram, a studiare i marchi. Se non c’è una riconoscibilità, è difficile che si venga acquistati. A meno che uno non sia Santoni o simili” proseguono i due commercianti, che da oltre 35 anni frequentano le Marche, prima per turismo poi per business.

Ultimo dettaglio, il prezzo. “Ha un peso, ma il belga ha bisogno di innamorarsi dell’oggetto. Per questo la presenza sul web è determinante. Poi c’è ovviamente la qualità”. Per loro da Pantanetti a King Tartufoli sono diversi i marchi marchigiani di riferimento in negozio.

Web sì, ma c’è sempre quel toccare la scarpa, ma vale anche per borse e cappelli e esposti, di cui parla Giuseppe Camerlengo, imprenditore presente a Bruxelles anche come vicepresidente di Assocalzaturifici. “I social sono importanti, lo sappiamo, ma queste occasioni, come le principali fiere, Micam in testa, sono quelle che permettono di toccare, annusare, sentire e ammirare la sarpa. Che poi dobbiamo saper raccontare, sia chiaro, per non vanificare il piano previsto nel protocollo firmato dalla presidente Ceolini con l’assessore e l’Atim”.

Linea di pensiero condivisa da Sara Cuccù, calzaturificio Loirblu. Anche per lei la missione ha avuto più di un senso, ha trovato buyer interessati e consigli su alcune linee più o meno funzionali per il mercato belga. Non tutto va bene, basta entrare da Maison Degand, uno dei negozi top per la fascia alta di Bruxelles, per rendersene conto. Tanto Santoni e qualcosa di Tod’s, che a sua volta deve riconquistare il mercato con nuovi modelli per non uscire dall’atelier dove i clienti impazziscono per l’inglese Lobb. “Al nostro cliente piacciono le linee pulite e classiche, accompagnate da una manifattura manuale di altissimo livello” spiega il responsabile ‘scarpe’ del negozio. “Non è facile entrare in questa fase, i modelli devono avere una forte identità”.

Comprendere questo, dialogare direttamente con chi le scelte le fa è stato l’elemento di successo della missione. A cui sono mancati un po’ gli imprenditori. C’erano venti marchi presenti con i modelli, ma poche teste a spiegarli.

“Esserci per promuovere i nostri prodotti, ma in realtà tutto l’ecosistema marchigiano fatto di cultura, storia, tradizioni, arte ed enogastronomia. Siamo convinti che questo approccio integrato sia la vera forza delle Marche” aggiunge Antonini supportato dalla direttrice Atim, Marina Santucci che chiosa: “Occasioni come questa dimostrano quanto il nostro territorio sia capace di esprimere eccellenze che vanno ben oltre i confini regionali, creando connessioni preziose con buyer e operatori internazionali”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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