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Lo stato di salute del calzaturiero: sette scarpe su dieci in Europa. Bene gl Emirati Arabi. Scende il prezzo al paio

23 Dicembre 2025

MONTEGRANARO – Come sta il calzaturiero? I dati di fine (primi nove mesi in realtà) 2025 fotografano il quadro nazionale. L’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, sancisce che i primi nove mesi del 2025 si sono chiusi con il seno negativo, -4,1% dei ricavi. Di buono c’è il terzo trimestre, che ha visto un calo dello 0,9%.

“Riduzione della caduta” è l’espressione utilizzata dalla presidente dei calzaturieri, Giovanna Ceolini. "Nonostante l'assenza di miglioramenti significativi negli scenari geopolitici, la capacità delle nostre imprese di presidiare i mercati europei e di intercettare la domanda nelle aree più dinamiche, come il Medio Oriente, è la chiave per affrontare il 2026. Il made in Italy è resiliente” prosegue.

12,8 miliardi è il fatturato stimato, in calo di 409 milioni. L’export tiene, -1,3%, ma soprattutto tornano a salire le paia che hanno raggiunto 131,8 milioni, in crescita del 4,3%. Purtroppo, scende il valore medio che è di 58,58 euro, -5,3%. “Un rientro dopo gli aumenti a doppia cifra del biennio 2022/2023” precisa Assocalzaturifici.

Sette scarpe su dieci vengono vendute in Europa, dato che deve far riflettere su quanto sia importante la ripresa della Germania. “Europa che risponde bene, +2,2% in valore e 7,6% di paia vendute”. Tornando alla Germania, il dato generale è di crescita, +6% in valore e +10% in paia. Crescono anche Spagna, Polonia, Belgio e Austria.

Si conferma il Medio Oriente, che cresce del 13% grazie al ritmo degli Emirati Arabi. E poi il Messico. Mentre faticano Cina, -24,6%, Giappone e tutto l’ex Csi, soprattutto la Russia con un -17,8% che penalizza in primis il distretto fermano maceratese.

E l’America? “Continuiamo a osservare il mercato che risponde bene sul prezzo, valore in crescita del 2,9%, ma compra ancora meno. È evidente che si sta cercando di capire il reale impatto dei dazi, che restano per il 55% degli imprenditori non irrilevanti” analizza Ceolini

L’Italia non compensa le difficoltà mondiali, tutt’altro. Perché se è vero che quest’anno il segno finale sarà positivo, si è lontani di 7 punti dal pre Covid, che già no era un anno eccelso. Anche per questo la produzione industriale dopo nove mesi è a -8,5%.

Se le scarpe non si vendono, inevitabile il calo delle aziende: -3,4%. Tiene la forza lavoro, -2,3%, e non esplode la cassa integrazione tranne che in Toscana, +56,8%, e nelle Marche, +10,8%, che però nel terzo trimestre sono tornate a produrre.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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