FERMO – Come stanno le scarpe? A Fermo il calo è del 12.1%, peggio di Ascoli (-6.3) e lontanissima da Macerata, +1,2%. Numeri però migliori di Firenze (-24%). Le Marche? Scendono del 6.9%, decisamente meno del Vento, -10.9, e dell’Emilia Romagna, -12.3, ma ben lontana dalla Lombardia che cresce di sei punti. Questo è il primo punto che emerge dalla nota congiunturale, sui primi tre mesi del 2025 di Assocalzaturifici.
“Fase complessa” sottolinea la presidente Giovanna Ceolini che ha affidato come sempre l’analisi al centro studi di Confindustria. “Non si registrano miglioramenti significativi nel panorama economico e geopolitico internazionale, ci sono segnali di tenuta ma ancora tiepida è la ripresa”.
Il problema restano i consumi delle famiglie, che come sempre hanno due facce: ci sono le sneakers che crescono dell’1% in volume e dell’1.7 in spesa, ci sono le scarpe da uomo che scendono del 4,8% in quantità, seguite da quelle da donna con un meno 3.
“In generale – spiega Ceolini - il comparto ha registrato una flessione del fatturato del -7%, ma l’export registra con cautela un segno positivo del +2,5% in quantità, contenendo la frenata – un -4,1% in valore”. Le esportazioni di scarpe hanno garantito 3 miliardi di euro, frutto di 53,2 milioni di paia vendute, il prezzo medio è sceso del 6% arrivando a 57 euro.
Si difende in questo quadro l’Unione Europea che garantisce un +6,4% in quantità. Il merito è tutto della Germania che torna a crescere di oltre il 15%, consapevoli che però il primo trimestre 2024 si era chiuso con un -10. A livello internazionale continua il calo della Cina, -17.9 in volume e -27% in valore, che penalizza il mondo del lusso. Crolla il Giappone, anche se il Pitti ha dato dei segnali confrontati (-33).
Mercato di nicchia, ma in crescita, è quello degli Emirati Arabi, +33 in volume, e aumentano gli ordini dalla Turchia, +21% in valore. La Russia torna a scendere, come il valore della scarpa negli Usa, che vede però aumentare la quantità del due per cento.
