
MONTEGRANARO – Il mondo del fashion pressa il Governo. La Camera Nazionale della Moda Italiana ha inviato al Governo, in occasione della presentazione della Legge di Bilancio, un documento con una serie di proposte prioritarie ed essenziali.
“Abbiamo bisogno di risposte legislative forti e strutturate: in particolare, una norma specifica dedicata alla Filiera della Moda, che tuteli e riconosca il valore di chi opera correttamente e garantisca certezza del diritto e strumenti concreti per affrontare le sfide attuali e future delle imprese del comparto” esordisce il presidente Carlo Capasa.
Il quadro economico e geopolitico attuale rende la Legge di Bilancio particolarmente delicata. “Le tensioni internazionali, i dazi commerciali, la contrazione dei consumi in alcuni mercati chiave nonché l'impatto crescente dell'ultra fast fashion stanno generando un contesto complesso per uno dei settori industriali più rappresentativi dell'economia nazionale. Dopo due anni difficili, il sistema moda si trova ad affrontare sfide che non possono più essere gestite con interventi frammentari, ma che richiedono misure strutturali” ribadisce Capasa.
A differenza della crisi pandemica, che aveva una dimensione temporale limitata, oggi le imprese si confrontano con una complessità che rischia di diventare permanente. “Serve un quadro normativo stabile che consenta di rivedere i modelli organizzativi, investire in ricerca e competere sul mercato internazionale. Senza ovviare al benessere dei lavoratori” è un primo consiglio.
Tra le misure principali, il documento propone la proroga e il potenziamento del credito d'imposta per le attività di design e ideazione estetica, insieme al rifinanziamento delle misure di digitalizzazione 4.0 attraverso una riallocazione efficiente delle risorse non utilizzate del Piano Transizione 5.0, che non haa raggiunto i risultati sperati.
“Servono – aggiunge Capasa - incentivi per il trasferimento generazionale dei saperi artigianali, il rafforzamento delle Academy aziendali e strumenti che favoriscano la partecipazione delle aziende capofila nel sostegno alle realtà manifatturiere e artigianali che sono le prime a percepire e subire la difficoltà”.
In tema di internazionalizzazione, le proposte includono un credito d'imposta per le esportazioni verso gli Stati Uniti, colpite dai nuovi dazi, e misure dedicate all'espansione dei brand italiani in Messico e nei Paesi del Mercosur. È inoltre prevista l'istituzione di un Fondo per la diffusione internazionale dei valori e dell'immagine della Moda, destinato a sostenere le attività promosse dalla Camera, come ad esempio la Milano Fashion Week.
Come sa già bene il ministro Urso, “è necessario un intervento normativo per contrastare l'espansione dell'ultra fast fashion, attraverso misure di regolamentazione, eco-contributi e obblighi di etichettatura ambientale. A ciò si aggiunge la richiesta di un credito d'imposta per il caro energia nel primo semestre 2026 a favore delle imprese che registrano incrementi dei costi superiori al 25% rispetto ai livelli pre-crisi”.
Richieste anche per il settore lavoro. “Stabilizzare i fringe benefit, il loro innalzamento e stabilizzazione, con l'obiettivo di rafforzare il potere d'acquisto dei lavoratori e di contribuire a migliorare le condizioni economiche delle famiglie coinvolte”.
Camera Nazionale della Moda Italiana insiste sulla difesa del patrimonio culturale e sociale che ruota attorno al mondo del fashion. “Il settore moda in questo momento ha bisogno di stabilità, visione e strumenti che premino chi innova e produce valore nel nostro paese. Con queste proposte – conclude Carlo Capasa – vogliamo collaborare con le istituzioni per garantire al Made in Italy il futuro che gli spetta: forte, sostenibile e competitivo”.
Raffaele Vitali
