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Le Marche come la Lombardia: terapie intensive al limite. "Abbiamo una sola arma, il nostro corpo: teniamolo a casa". Fermano, in 400 in isolamento

16 Marzo 2020

FERMO -  Vanno maneggiati con cura i numeri. Soprattutto quando, in piena emergenza, evidenziano un calo di positivi. È accaduto, è vero, nella giornata di ieri. Sono stati ‘solo’ 120 (su 300 test, quindi il 40%) i test positivi al Coronavirus nelle Marche, mentre il giorno prima erano stati 235 (61%). Stiamo vincendo? Non è un giorno a dirlo, era accaduto anche due volte nelal prima settimana di marzo, poi è ricominciata la corsa della curva verso l’alto.

Anche perché guardando il trend degli ultimi cinque giorni c’è poco da sperare: dall'11 marzo i contagiati sono aumentati giornalmente di 113 (45% dei test effettuati), 133 (42% dei test effettuati), 174 (51% dei test effettuati) e, appunto, 235. Complessivamente il numero dei contagiati nelle Marche sale a 1.244 a fronte di 3.194 test effettuati. Non solo, stando al Fermano, sono diventati 36 i postivi e 439 le prsone in isolamento domestico.

Tra l’altro il numero a cui guarda con preoccupazione la Regione non è più solo quello. Ma come spiega l’assessore regionale alla Protezione Civile, Angelo Sciapichetti, quello delle persone ricoverate in terapia intensiva. E per faro comprendere posta il grafico nazionale che pone le Marche in seconda posizione: “I pazienti ricoverati in terapia intensiva rispetto alla capienza massima rappresentano l’81%. Siamo appena due punti sotto alla Lombardia. Il grafico non ha bisogno di commenti per far capire in quale situazione siamo”.

Nel mentre i comuni si organizzano, in tanti sono partiti con le igienizzazioni stradali. Lo sta facendo Fermo, domani sarà massiva a Porto Sant’Elpidio, è partita a Porto San Giorgio, in tanti piccoli comuni che con le proprie forze resistono, e anche Sant’Elpidio a Mare si è organizzata. A livello regionale la Cisl chiede “di far partire immediatamente un piano di sanificazione e disinfezione delle città, il capoluogo in primis. Intervenire ora e universalmente, come già avviene in alcuni capoluoghi di provincia, penso a Pesaro, Fermo e Macerata".

Avverte Roberto Ascani, segretario generale Fit Cisl Marche: "Si parta dai luoghi- insiste Ascani in una nota- ancora frequentati dalla cittadinanza, ovvero in prossimità di ospedali, farmacie, supermercati, capolinea e fermate dei bus, stazioni ferroviarie, attività produttive funzionanti, uffici pubblici, caserme delle Forze dell'ordine, Rai, Magazzini di interscambio delle merci, servizi pubblici essenziali e altri luoghi ancora dove l'azione, anche notturna, dovrà essere costante e ripetuta nel tempo”.

Tutto questo, sapendo che l’unica arma che ogni cittadina in mano ha è il suo corpo: tenerlo dentro casa è fondamentale. “In questo momento, il mio pensiero va ai malati, agli anziani soli, alle famiglie in difficoltà economica, a coloro che non hanno una casa, ai tanti imprenditori che stanno subendo danni pesantissimi. Sono convinto però che dopo questo periodo così difficile, il nostro paese e le Marche, con la loro tenacia e forza di volontà, sapranno rialzarsi e ripartire come hanno sempre fatto nei momenti più critici" conclude Antonio Mastrovincenzo, presidente del coniglio regionale.

r.vit.

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