FERMO – Una tappa fissa della campagna elettorale è la Comunità di Capodarco non tanto per i voti a disposizione, ma perché per la casa di don Vinicio Albanesi passa la conoscenza del settore sociale, quello di cui tanti parlano ma che poi poco conoscono. Non poteva mancare Lorenzo Morresi, il dermatologo candidato con Base Popolare, che di quella comunità è in realtà un riferimento da tempo.
“Sono 20 anni che conoscono la realtà, un’associazione senza fini di lucro da sempre modello” sottolinea Morresi che per la prima volta ha bussato alla porta non da dottore ma da candidato consigliere regionale.
“Sono stato ad ascoltare chi lavora e soprattutto chi vive lì dentro. Ascoltare è importante, ma ascoltare chi ha bisogno e chi rende un servizio a chi ha necessità primarie è bellissimo, non solo in campagna elettorale. Io per loro ci sono stato sempre, perché quando chiamano come fai a dire no, soprattutto perché loro ci sono per chi ha necessità: disabili, famiglie, tossicodipendenti, minori” prosegue Morresi
Che di certo promette impegno nella materia se dovesse arrivare in regione: “Posso solo ringraziare per essere stato accolto, ascoltato e baciato da ospiti che conosco da anni. Non sono andato a chiedere voti, non posso tradire chi ha la dignità di esporre solo i problemi chiedendo il giusto senza pretendere. A mio avviso Don Vinicio Albanesi è un visionario con i piedi ben piantati per terra. Non a caso mi ha apostrofato ridendo: ma chi te l’ha fatto fa? La risposta è nelle cose e anche nel risultato emotivo che ho portato a casa con me: sono più ricco e motivato”.
Quello che può fare non sarà poco: “Ho capito che i fondi regionali destinati al settore, le famose “rette” sono bloccati dal 2012 e va da sé che sono diventate oltremodo insufficienti. Ho capito che a 65 anni il sistema ti vorrebbe fuori da una struttura se sei un disabile. Ho capito che c’è bisogno di posti letto per le disabilità gravi e gravissime con problematiche che coinvolgono molto spesso anche la sfera famigliare quando questa è presente”.
Una idea don Vinicio a Morresi l’ha lasciata sul tavolo: “Il ‘progetto educazionale’ per adolescenti, questa volta non problematici, nella speranza che le criticità della società attuale o le amicizie non li rendano tali. Invita i ragazzi in un centro di ascolto favorendone l’aggregazione e la formazione stimolando una crescita emotiva e anche professionale in alternativa a una competitività esasperata costosa e spesso afinalistica dove il giovane corre il rischio di rimanere da solo con il suo telefono o con qualche lucignolo di turno. Mi piacerebbe vedere questo progetto svilupparsi” conclude Morresi.