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L'Altra Fermo e 5 Stelle uniti dalle idee: Calcinaro? "Civismo di potere". Interlenghi? "Mai sentito in 5 anni"

16 Agosto 2020

FERMO -  Lo sfondo è importante: l’ex stazione Santa Lucia. A fare gli onori di casa, al candidato sindaco Stefano fortuna, è chi se ne va, il consigliere pentastellato Marco Mochi. “Presento un nuovo progetto, che nasce però dal lavoro in consiglio negli ultimi cinque anni. Quando noi e L’Altra Fermo abbiamo votato insieme quasi su tutto. E insieme ribadiamo che a questa città è mancata una visione di futuro, una progettualità. E non a caso partiamo da qui, simbolo della incapacità programmatica del sindaco Calcinaro”.

5 Stelle e Sinistra vogliono lavorare per una ‘Fermo futura’. E lo fanno con un programma condiviso. E con Mochi esce di scena anche Massimo Rossi, che si candida ma solo per servizio. “La nostra è la proposta politica. Le altre, invece, sono figlie di logiche di potere, sommatorie di gruppi e personaggi che hanno manifestato spesso idee diverse”.

L’emblema, per le due liste, è la coalizione Calcinaro: “C’è chi parla di crescita urbanistica ed edilizia e chi parla di riduzione del consumo del territorio. Eppure vanno insieme per una idea di politica che ambisce ai voti e poi comandare. E lo faranno confondendo il bene comune con la somma dei piccoli interessi che vivono”. Rossi ha una idea chiaro su chi sia il sindaco: “Non è un fornitore del cliente. Il sindaco non può e non deve accontentare tutti, ma coinvolgere i cittadini e farne parte di una idea di futuro comune”.

L’ex Santa Lucia è anche per l’ex presidente della Provincia la sintesi delle criticità dell’Amministrazione uscente, “che ha paura della progettualità”, e di potenzialità della Fermo futura. “Purtroppo Fermo è nelle mani del mercato e del protagonismo. Noi, invece, condividiamo una idea di città democratica e partecipata, che tiene ben separati gli attori dell’economia privata da una regia e da una progettualità pubblica che deve riprendere il ruolo dimenticato in questi anni”. Al sindaco Rossi chiede capacità di scegliere, di incidere.

Non male iniziare da qui per Fortuna, che fa parte dei 5 Stelle fin dalla fondazione del gruppo di Fermo. “Il mio compito è prendere oggi il progetto e farlo vivere. Negli ultimi cinque anni abbiamo trovato sintesi, pur partendo da ideali differenti, sui progetti e sul fatto che in questa città mancano i principi democratici” esordisce il candidato.

Insieme hanno redatto una carta dei valori, che racchiude quello che nei prossimi cinque anni farebbero: “Non tutti ‘vendibili’ soprattutto in tempi in cui c’è una politica che vive di feste e di specchietti, di piazza. E tutti la sentiamo nostra piazza del Popolo. Crediamo nella partecipazione attiva”. Per Fortuna, Fermo non è solo una piazza, è un territorio. “Siamo un capoluogo, rappresentiamo un’area più ampia che va dalla costa ai Sibillini”.

Tanti i temi che li hanno uniti: il primo è l’antirazzismo, l’antifascismo “che invece la città non ha saputo affermare dopo la tragedia di Emmanuel; la Casina delle Rose, “con il sindaco che cambia idea a un mese dal voto perché sono arrivati dei fondi”; il caso di via Respighi, con un caso che non è chiuso “ma è stato prescritto e per questo vogliamo risposte politiche”; la partecipazione alle scelte “e non alle feste” di un comune trasparente”.

Tutto questo è il percorso coeso delle due forse unite in un progetto. Restano le due liste a supporto di Fortuna. “Noi per l’ex stazione abbiamo una idea chiara. Abbiamo proposta la variante che destini quest’area a servizi per la scuola. Che sia un auditorium o uno spazio per mangiare, non si può puntare su una struttura commerciale che aumenterebbe la congestione. Ma in Commissione, prima del lockdown, la maggioranza è tornata con l’ipotesi pubblico – privato. Di certo votare Stefano Fortuna eviterà un percorso inaccettabile” ribadisce Rossi.

Mancanza di progetto in tante cose, altro emblema è la nuova Betti. “In Consiglio prima arrivò una variante per area commerciale, ma venne stoppata. Poi ci hanno chiesto di votare per la scuola e lo abbiamo fatto in maniera responsabile, ma è evidente che la città va ridisegnata”.

Per loro il ‘civismo’ è un punto cardine e di certo non condividono quello di Calcinaro: “Cinque anni fa ha saputo cogliere l’attivismo, il contesto commerciale della politica di strada. Ha saputo intercettare la giovinezza della politica, ma non pensavo che sarebbe cambiato così tanto. Oggi abbiamo liste civiche che escono da tutti i partiti politici, quindi è un civismo da potere e poltrone” spiega Fortuna. E aggiunge Rossi: “Il civismo deve avere un perimetro valoriale, non può nascere su aspirazioni di protagonismo individuale a prescindere dalla conversione su idee e valori”.

Sul voto nazionale di Rousseau, che apre i 5 Stelle ai partiti, Fortuna è chiaro: “La politica la vedo sui contenuti. Per questo stiamo sempre con ogni persona. Abbiamo governato con la Lega, lo facciamo con Rossi. Ci muovono le idee. E infatti con Mercorelli proseguiremo la corsa per le regionali, senza legarci a Mangialardi”.

Facilità e naturalezza alla base dell’accordo: metodo e programma condiviso. “Cinque anni fa ‘L’altra Fermo’ è nata perché avevamo Massimo Rossi e la sua esperienza di Grottammare. Coni 5 Stelle innegabile che la partecipazione sia un punto di riferimento. Sono convinto che la sinistra vada praticata, non annunciata, come la lotta all’omofobia, al razzismo, al consumo del suolo” spiega Cosimo Del Faro, candidato di punta della lista di Rossi.

Temi che potrebbe avere anche il candidato del centrosinistra Interlenghi “ma poi ha il Pd che è frenato dal governismo, per questo – aggiunge Del Faro - per noi è impossibile fare una alleanza con i Dem, sarebbe stato un accordo artificiale”. Per lui la sinistra è Massimo Rossi, sono Peppino Buondonno, che si candida, e Sandro Volponi: “Posso dire che la Sinistra sta qua”. E Rossi ci mette il carico: “Di Interlenghi conosco l’orientamento politico, ma in cinque anni non ci ho mai parlato. Per questo non sono sorpreso della scelta estemporanea che lo lega al Pd che in questi cinque anni ha dimostrato di avere idee diverse da noi. Unirsi in queste condizioni serve solo ad allontanare le persone dalla politica”.

Sabrina Isidori, Cosimo Del Faro, Stefano Fortuna, Roberto Giuliani: ecco i volti di punta che devono provare a far rivivere il consenso che cinque anni fa ottennero gli uscenti Massimo Rossi e Marco Mochi.

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