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La visione di Acquaroli: "La mia sanità: più territorio, più risorse, più ospedali. Siamo un modello nazionale"

6 Settembre 2025

FERMO – L’ultimo passaggio di Matteo Ricci nel Fermano è stato dedicato alla sanità- e sulla sanità si gioca una buona fetta di voti per il nuovo consiglio regionale. Lo sa bene anche Francesco Acquaroli, che passa al contrattacco. “Abbiamo ereditato una sanità depotenziata da decenni di mancata programmazione e devastata da continui tagli. Quando si parla di sanità bisogna analizzare il contesto, bisogna farlo seriamente. Oggi siamo un modello nazionale per la sanità del territorio” esordisce.

Difende le sue scelte?

“Parto dall’alto. Il Governo Meloni è il primo che dopo anni aumenta il Fondo Sanitario con livelli mai visti in precedenza, chi governava prima della pandemia, tornando indietro fino al 2013, al 2012, cosa ha fatto? Tagli di miliardi e mancata programmazione che hanno contribuito alla degenerazione del sistema e ci hanno consegnato una sanità depauperata”.

Critiche dure.

“Parliamo di riforme che si facevano con gli algoritmi, con la calcolatrice, con presidi chiusi e folli disegni accentratori, progetti di ospedali unici che stavano man mano togliendo risorse ai territori, e soprattutto una grave carenza di medici”. 

I medici sono una responsabilità della politica?

“Per formarne uno ci vogliono anni: dieci anni fa qualcuno avrebbe dovuto rendersi conto che c’era una grande fetta di personale che sarebbe andata in pensione di lì a poco e avrebbe dovuto pensare a formare una nuova generazione di professionisti. La programmazione è centrale”.

Lei cosa ha fatto di diverso?

“Affrontata la fase più critica della pandemia, abbiamo riprogrammato la nostra sanità. Abbiamo adeguato le aziende con un livello di governance provinciale e più vicino alle reali esigenze e poi abbiamo scritto un piano sanitario studiando il fabbisogno reale”.

Le critiche non mancano.

“Ma noi stiamo ricostruendo la sanità su tutto il territorio, divenendo un modello nazionale , perché non vogliamo cittadini di serie A e di serie B. Stiamo lavorando per affermare il principio per il quale è la sanità pubblica che decide la committenza privata. Abbiamo potenziato le borse di studio per i giovani medici e abbiamo riadeguato l’accordo con i Medici di Medicina Generale che era fermo dal 2007”.

Quali i punti essenziali della riforma?

“Abbiamo portato chiarezza nel sistema, abbiamo potenziato le erogazioni delle prestazioni e la qualità. Abbiamo creato reti più capillari sui territori e lasciando agli ospedali la loro vocazione primaria, quella per gli acuti. Abbiamo investito nei punti salute, nelle farmacie dei servizi, abbiamo avviato la costruzione di nuovi ospedali e l’adeguamento degli attuali. Cruciale il lavoro sulla emergenza urgenza, non è concepibile che la vita delle persone, soprattutto per quelle persone che hanno patologie cosiddette tempo-dipendenti, sia appese a dove abiti o se è tempo buono o tempo cattivo”.

Sembra sicuro di quanto fatto.

“Sono i risultati a dire che ho ragione. Gimbe conferma che nelle Marche aumentano i punteggi per i Livelli essenziali di assistenza offerti ai cittadini. Da tre anni abbiamo il migliore ospedale pubblico d’Italia. Tutto questo senza aumentare di un euro le tasse dei cittadini, come stanno facendo altre regioni a noi confinanti, per coprire i buchi nei bilanci della sanità”.

I meriti?

“Senza dubbio, in testa, i nostri professionisti sanitari, che ogni giorno sono in corsia, nei reparti, nel territorio, vicini a chi ha bisogno”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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