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La sfida di Smart Village, il progetto fermano che migliora la vita agli anziani: "Sono soli, angosciati ma pronti a lottare"

23 Ottobre 2021

SERVIGLIANO – Si allunga la vita, ma come? Servono servizi, ma soprattutto bisogna evitare che l’anziani arrivi agli 80 anni con meno problemi possibile. Nasce così ‘Smart village’. “Siamo all’interno della storia, ma da qui costruiremo il nostro presente e il nostro futuro” esordisce il sindaco di Servigliano, Marco Rotoni presentando il progetto, nato nel 2017, all’interno della Casa della Memoria.

Undici comuni spalmati in due province. E così, screening di valutazione multidimensionale socio sanitaria, assegnazione di un kit di dispositivi, monitoraggio dello stato di salute, invio di alert al medico personale, supporto immediato all’utente. “Ecco in breve lo smart village che verrà realizzato”. Come? Si spera anche con l’implementazione delle risorse grazie ai fondi del Pnrr, sapendo che lo studio realizzato dal dottor Scendoni e dal professor Germani è solido e molto ben documentato.

Sindaci con una intuizione: dare al territorio una lettura diversa nei servizi che contano. A dare il la è stato Giuseppe Forti, con lui poi Marco Rotoni e altri colleghi, l’Inrca (in sala il Dg Genga), la Politecnica, l’Asur (il direttore Grinta), e la Carifermo (presenti i due presidenti Grilli e Girotti Pucci). Senza dimenticare la Regione Marche e le imprese private. “Noi applichiamo la scienza a un territorio che ha peculiarità”. E così facendo, ricorda il prefetto Vincenza Filippi, si supera l’isolamento, favorendo l’antropizzazione.

Barthel index, walking handicap scale, berg balance scale, che ha dimostrato che metà degli intervistati ha subito cadute, sono i tre indici valutati nei mesi di screening a cui si sono aggiunte analisi cardiovascolari e di fibrillazioni atriali che hanno monitorato fisicamente gli over 75. Ci sono poi i fattori mentali e psicologici studiati attraverso l’indagine familiare, la valutazione dello stato d’ansia (40% ne soffre), della depressione e il quadro cognitivo (il 36% presenta un deficit).

“Sappiamo che una persona anziana può cadere e avere problemi cardiaci o gastroenterologi, ma capire il quadro psicologico è determinante. Il 50% di anziani senza deficit cognitivi è un dato, ma poi emerge l’angoscia come senso dominante nelle persone anziane dei piccoli paesi. Quindi bisogna attivare i percorsi giusti. I finanziamenti e i piani politici vanno sempre più verso la medicina del territorio, guidiamola” riprende Giampiero Macarri, primario di Gastroenterologia e preside di infermieristica.

Il progetto va in questa direzione. “Se siamo qui è perché qui c’è un connubio tra pubblico e privato, aziende che lavorano nel settore informatico, della meccatronica e dei sensori” ricorda Giuseppe Forti, sindaco di Monte Vidon Corrado.  Una rete molto grande, complessa, ma resa operativa da Alessandro Ranieri e Ambito XIX.

“Il dato evidente è che il modello socio sanitario pubblico non è sufficiente, non c’è abbastanza prevenzione, non ci sono risorse sufficienti. A questo si aggiungono un calo delle relazioni sociali, che fino a oggi erano state la vera forza delle aree interne, una riduzione dei trasporti che collegano le persone ai servizi. Tutto questo dovevamo cambiarlo con un nuovo modello di miglioramento di qualità della vita e supporto di assistenza agli acuti” spiega Ranieri.

Parola chiave è prossimità: “La raggiungiamo con la tecnologia, ma anche con l’accompagno”. La Politecnica, con il rettore Gregori, parte da un dato: i comuni sotto i 5mila abitanti sono il 20%. Popolazione, in otto anni nelle Marche è calata dell’1,8%, ma cala del 9% sotto i 1500 abitanti e del 4% sotto i 5mila abitanti. E così le imprese: in otto anni nelle Marche perse 15mila imprese, l’8,6%. Nei comuni piccoli il 14%. Tutto questo rientra nel progetto: evoluzione popolazione e demografia imprese sono connesse. Per cui, assessore Castelli, questo progetto ha senso se si contestualizza. Far lavorare imprese locali sul sisma, far ripartire attività del posto, uscendo dal tunnel delle white list per gli artigiani. Poi dobbiamo attrarre facendo ripartire l’occupazione”.

La rete pare completa, ora servono i soldi. Un po’ ne ha messi il Gal, con la presidente Borri, un po’ i vari partner, ora serve di più. da qui la richiesta: inserire il progetto all’interno del Pnrr e nel pano socio sanitario regionale. Se questo avverrà, Smart Village amplierà l’azione, raggiungendo i mille anziani, ma soprattutto il piano strutturato diventerà davvero un modello. L’assessore Guido Castelli, che ha ascoltato per oltre un’ora le relazioni, alla fine ha aperto: “Dal Pnrr ai fondi sisma passando per gli Fse sono le strade, ci proviamo. Di certo è un progetto che ben si integra con il modello socio sanitario su cui stiamo lavorando”. Si alzano soddisfatti i tanti sindaci presenti, una cosa è certa: il percorso intrapreso è quello giusto.

r.vit.

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