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La sfida sociale di Caraceni: integrare gli stranieri, ringiovanire il paese, dare un futuro a Massa Fermana. "Servizi e accoglienza"

26 Febbraio 2024

di Raffaele Vitali

MASSA FERMANA – “Fare il sindaco con dignità è il mio obiettivo quotidiano”. Per Gilberto Caraceni lo è stato la prima volta quando ha guidato Massa Fermana dal 1995 al 2004, lo è da dieci anni e se i cittadini a giugno lo confermeranno, lo sarà per un terzo mandato.

Gilberto Caraceni, i piccoli paesi si svuotano. Chi vive a Massa Fermana?

“Abbiamo un nucleo di massetani, ma abbiamo un importante numero di extracomunitari, diventati italiani con figli nati qui, residenti nel paese, che hanno acquistato le case”.

Sono integrati?

“Dobbiamo migliorare sempre più, il lavoro di un amministratore sotto questo aspetto è continuo. Se si sentono soli, si chiudono. Mai come questa volta la montagna deve andare da Maometto. Non per chiedere il voto, ma per capire i problemi e le necessità”.

Una comunità giovane?

“In media sì, poi chiaramente sono arrivati i genitori e i nonni”.

Per paesi come il suo sono una necessità?

“Sappiamo tutti che in Italia si fano pochi figli, quindi riguarda Massa e ogni cittadina. Oggi lo ‘straniero’ che diventa italiano e fa parte della comunità è fondamentale. Ma se non li integri non arricchisci davvero la comunità. Di certo sono il futuro. E per questo ci impegniamo e chiediamo sempre di partecipare alle iniziative”.

Quali servizi offre Massa Fermana?

“Intanto la porta aperta del sindaco e del Comune in generale, ho una squadra che su questo è impeccabile. Chi ci sceglie sa che trova un aiuto anche per cercare la casa. Non ne abbiamo molte, tante sfitte che necessitano di ristrutturazione. E di questo stiamo parlando anche con l’Erap, abbiamo avuto più incontri con il presidente Di Ruscio che è molto sensibile. Ma chiaramente serve un piano di investimenti”.

Basta la casa?

“I borghi attraggono, serve però un piano ampio per attirare davvero i giovani, coppie o no. Una famiglia di 4-5 persone a un certo punto cambia città, è inevitabile perché cerca la comodità e la scuola per i figli non basta più. Quindi è fondamentale restare competitivi”.

Lei punta sulla residenzialità, altri sul turismo. Quale è la strada?

“Io credo che prima serve un paese vivo, poi cresce il turismo perché un ristorante e un pub hanno bisogno di continuità per resistere. Siamo un paese ricco di bellezza, ma non basta. Serve un sistema di accoglienza, servono servizi perché ogni famiglia in realtà crea una rete con i parenti e quindi sono certo che aumenterebbero”.

Apriranno attività in centro?

“A bilancio abbiamo messo fino a 5 mila euro per aprire un’attività commerciale. Mi piacerebbe un bar, manca da troppi anni. È socializzazione, è un luogo in cui incontrarsi e far consolidare la comunità”.

Perché è così difficile aprire un bar a Massa?

“In questo paese non abbiamo disoccupazione, tutti praticamente lavorano. Serve qualcuno che sappia gestire una utenza di 800 persone, ma capisco che non sono tante. per cui se noi cresciamo come residenti, grazie ai piani di sviluppo, e diamo servizi, poi tutto cresce“.

L’economia è sempre legata ai cappellifici?

“Il distretto del cappello è la nostra risorsa. Poi abbiamo qualche fabbrica di borse. Fortunatamente, nonostante qualche difficoltà, il sistema moda funziona, anche se con il rallentamento delle grandi firme tutti un po’ soffrono”.

Un outlet del cappello non potrebbe diventare un luogo di richiamo?

“E’ un pensiero continuo. Ma anche qui, servono più persone per un progetto così ambizioso. Oggi siamo legati a quelli di alcuni imprenditori. dobbiamo fornire per riuscire ad attirare”.

E poi ci sono i cantieri.

“Tanti e importanti. Tuti con un filo conduttore. Aumentare il potenziale economico e ricettivo”. Ma di questo parleremo la prossima volta.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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