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La rivolta dei medici: sindacati compatti contro le decisioni dell'Area Vasta 4. "Subito assuzioni, stop agli spostamenti interni e garantire le Potes"

19 Gennaio 2021

FERMO – La direzione dell’Area Vasta 4 è sotto attacco sindacale. Chi rappresenta i medici si è attivato simultaneamente contro le decisioni prese dal direttore Licio Livini, quello che fino a un paio di settimane fa era considerato il migliore nella gestione, pur con la continua critica della mancata risposta alla carenza di personale.

Questo mentre oggi nelle Marche sono morte altre 15 persone e i numeri restano critici: 672 ricoverati, 85 persone in terapia intensiva, 162 in semintendiva, 435 nei reparti covid. Prosegue la discesa del numero di positivi in isolamento domiciliare (8.868, 707) mentre aumentano gli isolati in casa per contatto con contagiati (15.745, +391) di cui 4.633 con sintomi e 729 operatori sanitari. 

Le decisioni prese dopo i focolai scoppiati all’interno del Murri, ma anche quello del Sassatelli, hanno cambiato ogni valutazione sullla gestione fermana. Una nota dell’intersindacale Asur Marche, che unisce la maggior parte delle sigle mediche, prosegue la linea del Cimo e manda la sua informativa a tutti i vertici regionali, sanitari e politici, oltre che al Prefetto e al Procuratore di Fermo.

“Vogliamo un incontro urgente con il dottor Livini, e il direttore generale Storti, in merito alle misure poste in essere per contrastare la epidemia Covid 19” scrivono Angellotti, FVM, Argalia, Fassid, Politi, Fesmed, Brandoni, Cisl, Pesaresi, Cgil, Tocchini, Anpo, e Moretti, Cimo.

Quello che proprio non è piaciuto è che le decisioni siano state prese senza coinvolgere le organizzazioni sindacali: “Cominciamo dall’essere spostati da una sede all'altra in modo irregolare, anche senza i necessari ordini di servizio per iscritto, e, spesso con una semplice comunicazione orale”.

Torna al centro della critica la decisione di spostare i primari in reparti dedicati dove servirebbero competenze differenti. “È questa una violazione dei principi generali di appropriatezza e sicurezza delle cure, oltre a sguarnire reparti” proseguono le sigle riunite nell’Intersindacale.

Sotto accusa anche la decisione di ridurre il personale delle Potes in modo da utilizzarlo all’interno del Pronto Soccorso “dove la maggioranza di medici, infermieri ed Oss sono in quarantena per Covid. Aggiungiamo anche le chiusure di Cure Intermedie di Sant'Elpidio a Mare, Residenza Sanitaria Riabilitativa di Porto San Giorgio, RSA di Montegranaro, riduzione di posti nel Reparto Cardiologia ed Utic, ridotto i posti di Cure Intermedie di Montegiorgio, ed in ultimo l'impossibilità di attivare dei posti di cure presso il Covid Center di Civitanova Dire essere in braghe di tela è pressappoco un eufemismo” rincara il sindacato Fials con il segretario Cardone. “Così si mette in ginocchio il servizio di emergenza sanitaria territoriale” aggiunge l’Intersindacale.

Compatti poi avanzano le richieste. La prima è la più semplice: assunzioni a tempo indeterminato. Partendo da un dato della Fials: “Da tempo c’è una disparità del piano assunzioni sulle diverse Aree Vaste con penalizzazione di Fermo, Ascoli e Macerata. Tanto che il recupero economico addebitato all'AV4da parte dell'ASUR centrale pari a circa 1,6 milioni di euro ha comportato una perdita di 50 unità”. La seconda richiesta “è la cessazione di comportamenti illegittimi e il ripristino del rispetto delle norme a presidio della sicurezza” concludono i sindacati.

@raffaelevitali

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