FERMO – Per gli anziani Fermo è un’ottima provincia, non è un caso che ci sono in corso diversi progetti, finanziati via Pnrr o fondi sisma, dedicati alla silver age. Tanto da fare ancora c’è invece pensando ai bambini, quindi al futuro e non al presente de vita.
Il Sole 24 Ore ha presentato la nuova classifica sulla qualità della vita durante il Festival dell’Economia di Trento. Di buono per la provincia di Fermo c’è la quantità di verde a disposizione, che è doppia rispetto al resto d’Italia, e la presenza di una rete familiare radicata che va oltre il primo grado di parentela.
Quello che emerge è anche che a Fermo ci sono pochi tardi e arrivano da donne in età più adulta rispetto al resto del paese. Forse influisce anche la carenza di servizi, visto che per numero di pediatri la provincia di Fermo occupa la 105esima posizione.
“Tra i 10 e i 15 anni più di due ragazzi su cinque non svolgono i compiti scolastici in autonomia. Meno del 40% va a fare attività sportiva da solo. E stringendo il focus sulle scuole medie (tra 11 e 13 anni) si scopre che solo il 33% dei ragazzi usa i mezzi pubblici e meno della metà (il 49,5%) va a scuola da solo, senza che un adulto lo accompagni. Il quadro di (scarsa) autonomia dei pre-adolescenti e adolescenti italiani cambia, però, nelle attività digitali: il 78,4% utilizza tablet o pc da solo, senza bisogno di essere accompagnato o supportato; l’80,5% usa lo smartphone” spiega l’indagine del Sole 24 Ore.
I fermani giovani si sentono però più sicuri di altri colleghi regionali nel rapporto con il lavoro, visto che c’è una disoccupazione giovanile inferiore al resto del Paese e soprattutto c’è una maggior soddisfazione per il posto ottenuto.
Tornando agli anziani, a Fermo vivono meglio che nel Piceno, però ha no una pensione più bassa, la media è di 1127 contro ad esempio ai 1235 di Ascoli. In entrambi i comuni aumenta il consumo dei farmaci antidepressivi tra gli over 65, che vivono sempre più da soli.
I dati evidenziano che la percentuale di 65enni e oltre nei prossimi dieci anni andrà ad aumentare di circa il 18% in tutte le macro-aree italiane, con anche poca differenza tra grandi centri e aree interne. Nella stessa decade la quota di under 15 dovrebbe ridursi.