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La moda è pronta, serve velocità. Della Valle detta la linea: "Non ha senso riaprire solo i grandi. Soldi ai piccoli e sicurezza in ogni ambiente"

16 Aprile 2020

FERMO – Ormai è chiaro a tutti, la moda deve ripartire. Lo dice il sottosegretario allo Sviluppo Economico Alessia Morani: “Le filiere della moda e della calzatura - sottolinea Morani - sono formate da un tessuto di piccole e piccolissime realtà che lavorano per i grandi marchi e che rischiano di essere spazzate via dalla crisi”.

Ma soprattutto lo ribadisce Diego della Valle, che prosegue il suo tour da promoter del fondo che ha lanciato per sostenere le famiglie dei sanitari morti durante l’emergenza Coronavirus. Dopo Porta a Porta sceglie Rete 4 e Barbara Palombelli per mandare messaggi a tutto campo, dimostrando ancora una volta la sua visione macro del mondo, dove sta tornando protagonista. “La Cina sta ripartendo e così anche la Corea, anche se a una velocità ridotta rispetto al solito, ma è giusto riaprire i negozi, anche perché nel resto del mondo è praticamente tutto chiuso, come in Italia dove il Governo ci ha giustamente consigliato di fermarci”.

Quello che Della Valle, diversamente da tanti altri, fa notare è la necessità di non guardare all’ultimo anello della catena, non solo a chi la tira. “Il paesaggio attorno a noi è drammatico, anche se ne vediamo poco perché non possiamo uscire. E non cambia tra provincia o città. La prima cosa da fare è garantire la velocità nel dare il denaro ai poveri per mangiare, alle piccole imprese per pagare la merce ed essere pronta a riaprire appena possibile. Ma sempre garantendo la sicurezza delle persone”.

Quello che spesso però si dimentica è che bisogna parlare di filiere e non di singole realtà. “Ogni produttore, anche il piccolo, è fondamentale per la grande impresa. Inutile far partire il grande se non parte tutta la filiera e questo rende tutto più complicato. Come imprenditore dico sì al riaprire, ma dico no se devo mettere a rischio qualcuno”.

Velocità è la parola chiave. “Quando sento dire che in Europa si radunano e si rimandano a 15 giorni cado dalle nuvole. La gente invece ha bisogno domani, non tra due settimane. Parliamo di persone per bene, non dei fannulloni cronici. Ma di famiglie e persone serie che hanno avuto il problema che non si sono cercati e che non sapranno mai come risolverlo. Qualcuno li deve aiutare”. Magari facendo arrivare anche i 25mila euro nei conti correnti: “Troviamo il modo che il denaro arrivi immediatamente. Non farei istruttorie, diamolo, con il rischio che una parte possa finire in mani non ideali, ma sicuramente diamo una mano a tanta gente per bene e dobbiamo farla subito”.

Mister Tod’s vuole sempre essere ottimista, ma sa bene che non sarà facile: “Siamo ancora dei pugili a bordo ring storditi. Qualcosa di inimmaginabile è accaduto e stiamo cercando di gestirlo, il che non significa fare sempre la cosa giusta, ma meno errori possibili. Per gli imprenditori, e ne conosco tanti, in questo momento c’è la consapevolezza che il loro lavoro e la difesa delle aziende viene fatta sul serio per chi ci lavora. Questa è una responsabilità enorme, di una prospettiva di un mondo fermo e chiuso che non permetterà tutte le aziende di poter superare questa fase. Le più fragili avranno problemi seri. Curiamo prima le piccole e le famiglie, poi le più grandi che faranno anche da sole”.

Speranza nel pool di esperti scelto dal Governo, ma con più di un dubbio: “Ricordiamo che i politici sono votati per risolvere i problemi. Quindi gli esperti non possono essere la rete protettiva. Oggi non c’è tempo da perdere, di certo serve uno che ha competenza, ma poi ricordiamo che i politici li abbiamo votati per decidere. Oggi, senza fare polemiche, se sono utili gli esperti li prendano, ma siano rapidi a decidere. La velocità è vitale”.

Anche in Europa, per cui ben venga il Mes: “Se è denaro che ci viene dato senza condizioni lo prenderei domani mattina. Se, invece, è una disputa politica gli cambino il nome e lo facciano uguale. Se è una condizione che non mette in difficoltà il Paese lo prendiamo”. Tutto va usato per superare la crisi.

A cominciare dal fondo #sempreconvoi che ha lanciato: “Lo abbiamo aperto in accordo con la Protezione civile e abbiamo fatto una donazione. Vado in giro per cercare di convincere altre persone a dare una mano. Si versa sul conto corrente di Banca Intesa. Mi sento un promoter e lo faccio perché così voglio ringraziare chi ha dato tanto e che domani potrebbe avere dei problemi. Questo deve diventare un modo nuovo di fare impresa. Oggi l’imprenditore è in trincea e deve pensare al riprendere il cammino e tornare competitivo, ma poi dovrà proseguire con una sensibilità maggiore, pensando a quello che può fare per gli altri”.

Raffaele Vitali

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