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La moda alza il muro: "Noi fermiamo l'illegalità, ma basta campagne mediatiche. Cresce sfiducia nei clienti"

5 Dicembre 2025

SANT’ELPIDIO A MARE – Dopo il caso Tod’s, l’inchiesta sul caporalato all’interno della filiera del lusso si è allargata coinvolgendo altri tredici brand della moda. Di fronte a questa ascesa è arrivata una presa di posizione netta da parte di Confindustria Moda, il presidente è Luca Sburlati, e Confindustria Accessori Moda, che è guidata da Giovanna Ceolini, numero uno anche di Assocalzaturifici.

“Sappiamo tutti che è necessario contrastare con fermezza ogni forma di illegalità lungo la catena del valore del settore. Lavoriamo ogni giorno per la tutela della dignità dei lavoratori, della legalità e della trasparenza, per noi sono un valore comune imprescindibile nella difesa di un comparto strategico del Made in Italy, riconosciuto in tutto il mondo per eccellenza, qualità e creatività”.

Premesso questo, le due associazioni di categoria chiedono però di  fare attenzione: “C’è una crescente spettacolarizzazione mediatica, che rischia di generare un danno profondo e ingiustificato all’immagine e conseguentemente all’economia dell’intero settore”.

Quello che contestano i due presidenti è che “l’esposizione pubblica di brand e aziende, in fasi preliminari e non conclusive delle indagini, rischia di compromettere la reputazione di un comparto che rappresenta uno dei pilastri dell’economia nazionale, dell’export e dell'identità culturale del Paese”.

Il timore è che i media internazionali possano prendere la parte negativa, in una fase ancora di  indagine. “E questo in una fase critica. Basta dire che dal 2021 in Italia hanno chiuso 23.000 punti vendita nel comparto moda. Queste operazioni mediatiche generano sfiducia nei consumatori nazionali e internazionali, negli investitori e nell’intera filiera”.

Detto questo, nessun lavarsi le mani di fronte al problema: “Siamo al fianco delle autorità competenti, nell’ideazione ed elaborazione di sistemi di controllo, audit e monitoraggio validi ed efficaci da implementare nella filiera e nel sostenere percorsi di legalità e responsabilità sociale”.

Proprio per questo il mondo di Confindustria Moda è protagonista nel processo legislativo in atto, avente come oggetto la disciplina della certificazione unica di conformità delle filiere della moda, finalizzata ad incentivare la legalità nel settore. “Lavoriamo insieme, ma in un clima che non comprometta ingiustamente un patrimonio industriale e culturale che appartiene a tutto il Paese”.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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