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"La mia vita da attore". Giacomo 'Ossario' Bottoni si racconta: Falerone, Roma e oggi Cannes con 'Criminali si diventa'

13 Maggio 2022

di Chiara Fermani

FERMO - Da Fermo a Cannes, il film “Criminali si diventa”, di Luca Trovellesi Cesana e Alessandro Tarabelli, ha già all'attivo un premio come “Miglior film straniero” nella competizione del mese di Marzo 2022 del Cannes World Film Festival, ed ora l'action comedy sceneggiata da Giorgio Vignali e prodotta da Sydonia sta conquistando le sale italiane.

Il film che ha portato le bellezze di Fermo sul grande schermo è in programmazione nel piccolo gioiello del cinema che è la Sala degli Artisti e da stasera al Super 8. Il film ruota intorno al furto di una preziosa opera d’arte ed al desiderio di riscatto di una banda di improvvisati criminali, tra questi anche un attore che in questi luoghi ci è nato e ne conosce bene la bellezza. Lui è Giacomo Bottoni, partito da Falerone, ma cresciuto artisticamente nella capitale, per diventare oggi un riferimento del mondo del cinema e del teatro a Roma.

Giacomo è il primo film al quale partecipa, girato in terra marchigiana?

“Si è il mio primo film girato nelle Marche e in realtà lo hanno scoperto nel provino che anch'io ero marchigiano”.

Come ci si sente a recitare in un ambiente “familiare”, più a disagio o no?

“E' stata una situazione particolare, avendo casa praticamente a venti minuti dall'albergo dove alloggiavamo a Fermo, era come se fossi a casa, ma non ero a casa mia. L'agio non ce l'ho mai avuto, era tutto molto strano in realtà, ma allo stesso tempo il fatto di vivere in albergo, in una sorta di bolla per via del Covid, ha fatto sì che si creasse un mini paese dentro l'albergo stesso. Comunque sono sedici anni che non vivo nelle Marche, quindi gli sguardi che incontravo in giro erano una sorta di “ti conosco, ma non so cosa stai facendo ora”, una sensazione strana, ma bella allo stesso tempo”.

Giacomo partiamo dal suo personaggio nel film, ce lo racconti senza spoiler.

“Il mio personaggio è Ossario, che in realtà è il soprannome, è uno studente spagnoloin Erasmus, da anni fuori corso, che vive insieme alla sua coinquilina che è una hacker e della quale lui è innamorato da sempre. Nel film viene messo in mezzo da una sua amica, Martina, non perché sappia fare qualcosa in particolare, in realtà non sa fare nulla, ma perché è il sorcio, colui che si può infilare da qualsiasi parte”. 

Cos'ha in comune con il suo personaggio?

“In realtà la cosa più vicina a me di questo personaggio è la pigrizia, Ossario è molto pigro ma è anche entusiasta delle cose che fa, porta sempre il brio nelle situazioni. Quello che invece mi differenzia da lui è la spensieratezza, prende la vita serenamente senza farsi troppi problemi, ma questa cosa è molto distante da me che sono molto mentale, ci metto un po' per decidere se fare il passo o meno. L'unico passo sul quale non ho pensato un attimo è stato quello per fare questo lavoro, però avevo anche la follia dei diciotto anni”.

Lei è anche un attore di teatro, dov'è che riesce ad esprimersi più liberamente? Sul palcoscenico o sul set?

“Questa è una domanda alla quale faccio sempre fatica a rispondere. La mia formazione nasce dal teatro, a differenza del cinema, il teatro mi aiuta ad essere preciso, pignolo, i tempi sono più stretti quindi non c'è spazio per la pigrizia e soprattutto a teatro non puoi sbagliare, quella è la più grande responsabilità. Col cinema mi trovo molto a mio agio, lì si è un po' più protetti perché se sbagli, la scena si può ripetere. Io mi trovo in mezzo, ho bisogno di entrambe le cose”.

Gli attori vengono scelti anche per le proprie caratteristiche fisiche, questo è un vantaggio che la rende un attore riconoscibile o un limite?

“Il fisico in questo lavoro è spesso la parte iniziale per essere scelti, io fisicamente sono molto particolare e questa cosa fino ad ora mi ha molto aiutato, nel senso che non siamo in molti a giocarci lo stesso ruolo, però c'è anche la parte limitante che è dovuta al fatto che alcuni ruoli non li farai mai. Nell'ultimo periodo sto cercando di trovare una via di mezzo che mi apra la strada anche ad altri personaggi”.

C'è un personaggio che avrebbe tanto voluto interpretare?

“Io sono molto legato alla serie Peaky Blinders e il personaggio che avrei voluto interpretare è Arthur, lo so che è totalmente diverso dalle mie caratteristiche fisiche, ma qualsiasi cosa fa nella serie a me piacerebbe farla”.

L'Italia è un paese per giovani attori o cerca ancora di ricalcare i canoni del passato?

“Io credo che le nuove generazioni possano far fare quel passo in avanti che ci serve, perché sono molto sveglie e soprattutto hanno iniziato a capire che il linguaggio ormai si sta trasformando, sia dal punto di vista teatrale che cinematografico. Il rito teatrale ad esempio ha delle cose che vanno mantenute, ma il linguaggio dovrebbe piano piano cambiare. Il problema al momento è che, soprattutto al teatro, vanno pochi giovani e credo che la nuova generazione possa riaccendere l'interesse dei giovani verso il teatro”.

Bottoni è attualmente impegnato all'Altrove Teatro Studio di Roma con “CAFARDS - Il buio dopo l’alba”, il dramma psicologico scritto e diretto da Nick Russo. Per chi vuole vederlo al cinema nel film “Criminali si diventa”, l'appuntamento è per vstasera al Multiplex Super 8 di Campiglione, nella serata che presenterà il film alla cittadinanza e alla quale saranno presenti i registi Luca Trovellesi Cesana e Alessandro Tarabelli, oltre ad altri attori del cast.

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