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La meraviglia del corteo storico della Cavalcata dell'Assunta: mille figuranti tra due ali di folla (foto e video)

15 Agosto 2023

FERMO – La gente ha voglia di bello. In tanti, con grande anticipo, hanno preso posizione in piazza del popolo appoggiandosi alle balaustre posizionate per garantire il passaggio del corteo storico.

Mille figuranti in abito d’epoca, tra velluti e stoffe povere in base al ruolo, dai signori delle contrade al popolo con i suoi mestieri, che siano pescatori o lanai, hanno sfilato tra le due ali di folla attenta e silenziosa. Solo qualche applauso ha rotto il lento percorso segnato anche dal suonar dei tamburi.

Un corteo che ha confermato alcun momenti, come l’uscita dal palazzo dei priori, dietro il potestà Paolo Calcinaro, accompagnato dalla giunta al completo, presidente del consiglio Trasatti incluso. Copricapi per tutti, tranne che per l’assessora Lanzidei che ha scelto un originale cappuccio.

L’immancabile spettacolo delle bandiere del gruppo di cernita ha aperto il corteo, come sempre anticipato dalla riproduzione del Messale de Firmonibus, datato 1436. Ma non è l’unico simbolo della storia che accompagna la rievocazione di Fermo, c’è anche la tovaglia policroma conservata al museo diocesano ricamata dalle suore Benedettine.

Vedere tante persone ai lati del corteo ha fatto felice il sindaco, che mai come quest’anno ha vissuto una Cavalcata partecipata. E il Palio di ferragosto ne è il suo apice. Non sono mancate novità, a partire da Alessandro Gara, il Capitano della Rocca, che è arrivato in piazza ed è andato a bussare al portone del Palazzo dei Priori accompagnato dai morlacchi.

Novità nel copione è il suo arrivo a Palazzo dei Priori che bussa al portone. “È la stessa scena di seicento anni fa. La raccontiamo con parole e immagini” spiega il regista Adolfo Leoni, voce narrante insieme con Gaia Capponi, che hanno accompaagnato la sfilata mentre una moderna regia coglieva ogni dettaglio.

Sono i colpi di cannone, che con il fumo colora il cielo di piazza del Popolo, a dare il via al corteo, o meglio alla discesa dei priori e della cernita fino a San Zenone per riunirsi alle contrade e risalire poi il corso fino al duomo dove Rocco Pennacchio, l’arcivescovo di Fermo, li ha attesi per la benedizione e il suo messaggio dedicato all’Assunta, che è la vera regina del palio. Per lui, in dono, un cero consegnato dal potestà Calcinaro.

Il percorso è ‘storico’ con una piccola forzatura, “il passaggio dinanzi al palazzo della Prefettura per il saluto dell'autorità civile. E poi tutti dietro i cavalieri della Polizia che risalgono il colle seguiti dalle dieci contrade di Fermo, sei spicchi di questa città, due castelli e due terre. Questa è la nostra storia. Questa è una sua pagina quattrocentesca” ribadisce Leoni.

Non resta che vivere l’ultima giornata di 1400, di un periodo di luce e di tenebra, di bontà e cattiveria, di angeli e demoni. E tra poco di cavalli e cavalieri, vittoria e delusione.

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