AMANDOLA – Eccolo il compagno di viaggio di Paolo Calcinaro. Era un nome annunciato, ma fino a quando non si chiudono gli accordi, tutto può cambiare in politica. Ma lui, l’avvocato Emiliano Carnevali, era sereno e già da una decina di giorni si muoveva come candidato alle elezioni regionali al fianco di Francesco Acquaroli.
Ha scelto ‘I Marchigiani’, la lista civica che ha nel sindaco di Fermo il volto di punta, ma che in Carnevali non ha un comprimario. Per una serie di ragioni, in primis il fatto che l’avvocato nelle aree interne ha un seguito importante e soprattutto trasversale, come ha dimostrato aiutando il sindaco Adolfo Marinangeli (area centrosinsitra) a vincere le amministrative ad Amandola.
“Il suo slogan è territoriale: ‘Dalle montagne al mare, con cura e tenacia: la sfida è esserci’. A convincere Carnevali è la natura della lista, che è frutto di un progetto civico e riformatore, “imperniato su amministratori locali con esperienze vere e competenze concrete, capaci di affrontare i problemi con spirito pratico e visione lunga. Una lista senza professionisti della politica: ci sono sindaci, assessori, consiglieri, persone di sostanza”.
Tra i suoi punti cardine c’è “il rafforzare la sinergia tra tutte le amministrazioni delle aree interne. Solo facendo rete possiamo valorizzare le risorse, migliorare i servizi e portare la voce dell’entroterra dentro le scelte regionali. Serve una cabina di regia politica capace di fare sistema, superando campanilismi e logiche isolate” spiega Carnevali.
Da avvocato ha anche fare spesso con le fragilità e quindi si sente pronto per ‘curarle’: “Parlo di una politica che sappia ascoltare e proteggere chi è più esposto, chi rischia di restare indietro”.
Per non restare indietro servono “pari dignità territoriale” e di certo infrastrutture: “In questa prospettiva si inserisce l’asse monti-mare costruito insieme al sindaco Paolo Calcinaro, un’alleanza tra esperienze amministrative che unisce visioni complementari e territori diversi. Siamo convinti che la Regione debba ripartire dalle competenze, dalla concretezza e da una rete di amministratori che sanno come si gestisce la cosa pubblica. Basta promesse vuote: servono mani che sanno lavorare”.