Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

"La malattia mentale non è un reato. Ci avete rotto le scatole". Oltre la Siepe è una mostra imperdibile

15 Dicembre 2025

FERMO - Ci sono immagini che ti entrano dentro. C’è la 28enne che si  è fatta tatuare un NO sulle labbra, c’è chi, di fronte a una casa troppo piccola per essere vera, chiede se c’è posto per lei. Ultime ore per poter ammirare la mostra fotografica ‘Oltre la siepe’ realizzata all’interno dell’associazione Gruppo Famiglia Maria Anna Arras, comunità residenziale per la salute mentale.

Un unicum, perché i protagonisti sono i suoi utenti che, con orgoglio, hanno deciso di metterci volto e pensieri. “Un percorso visivo che racconta il vissuto e le ansie dei propri ospiti. ma anche la voglia di superare le paure e i pregiudizi” spiega la coordinatrice artistica della comunità, Agnese Franchellucci.

Che ha avuto partner importanti come l’Accademia delle Belle arti di Macerata, ma soprattutto di Sandro Lucani, fotografo appassionato oltre che educatore. Fotografie, e frasi che le accompagnano, che diventano uno schiaffo ai tanti che non guardano oltre al proprio naso e che soprattutto si accontentano di  quello che pensano di sapere.

“Seguiamo persone sempre più giovani, arrivano da noi anche 22enni. La comunità pronta a rispondere alle nuove esigenze, ma il sistema fuori dalle nostre mura?” si chiede Franchellucci. È questo l’appello che arriva anche dalla mostra: far crescere la risposa sul territorio. “Tutti sognano di ritrovare una indipendenza, ci sono anche dei casi di successo, ma si contano su una mano negli ultimi tre anni. Il percorso è molto complesso e soprattutto richiederebbe supporti continui anche all’esterno, quando si ritrova la piena autonomia” prosegue l’educatrice.

In comunità loro si risvegliano, scoprono un mondo diverso, ma poi…”non potete farci vedere qualcosa che non possiamo avere”. Da qui la domanda ‘ci sarà un posto peer me?’ che risuona dentro la sala espositiva del Palazzo dei Priori, in piazza del Popolo a Fermo.

Non è facile, sia chiaro. come non è lo è stato per gli tenti raccontarsi prima a parole e poi davanti a un obiettivo. Ma è stato importante per loro dire esattamente cosa provano, far capire all’esterno quanto sia spesso pesante il giudizio dell’altro, il sentirsi  costantemente diversi, se non addirittura colpevoli.

“La nostra malattia è un reato, qualcosa di cui vergognarsi” scrivono. Ed è questo che invece vorrebbero cambiare anche raccontando cosa significhi dover prendere degli psicofarmaci per sentirsi meglio. Con tutte le ripercussioni che hanno comunque sul proprio corpo.

Il bello d questa mostra è che guide d’eccezione sono gli stessi ragazzi e ragazze della comunità, chi ha prima vinto la paura del mettersi in mostra e che oggi prosegue il cammino ‘verso la normalità’ parlando, raccontandosi di persone. Come Federica fotografata di fronte a uno specchio bagnato: “Non riuscivo a vedermi, a raccontarmi”. E così, ecco lo specchio rotto. “Adesso, invece, è nella foto che non mi riconosco più, perché la mia identità è chiara” ribadisce con il sorriso, suo e di Agnese che le è a fianco.

La sensibilità di Luciani è stata fondamentale, come il supporto artistico dell’Accademia, ma il più lo hanno fatto loro stessi “Ognuno di loro ci sta provando, c’è chi è vicino al traguardo. Ma è in quel momento che può scoprire l’illusione, quella dettata dal super Io che ti fa sentire a posto quando invece ancora no lo sei. Noi ci siamo sempre e loro lo sanno, insieme proviamo a farli resistere di fronte al peso della libertà. Una volta conquistata” concludono Franchellucci e Luciani.

Una mostra da non perdere, una mostra che dopo fermo, è visitabile fino aa mercoledì, si spera che approderà in altri Comuni. Ideale, essendo già stata a Porto San Giorgio, sarebbe il Gigli di Porto Sant’Elpidio, un luogo dove passano tanti giovani che solo guardando uno scatto potrebbero così riflettere, anche loro, su quegli sguardi che troppo spesso giudicano qualcuno che neppure si conosce trasformando una malattia in un reato. “E invece – concludono i protagonisti – noi meritiamo riscatto. CI avete rotto le scatole”.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram