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I dazi che fanno male all'agricoltura. "L'Europa paghi i danni di Trump"

10 Dicembre 2019

Presentato un documento dal Comitato delle Regioni d'Europa per chiedere un impegno economico all'Ue e una presa di posizione politica più forte.

di Raffaele Vitali

BRUXELLES – La guerra dei dazi è sempre più pericolosa. Gli Stati Uniti l’hanno lanciata e ovviamente si è scatenato una specie di domino con ripercussioni quotidiane. Come quella che arriva dalla Cina che ha ordinato a tutte le istituzioni pubbliche e agli uffici governativi di rimuovere software e computer stranieri entro il 2022. Il piano, secondo analisti citati dal quotidiano londinese Financial Times, prevede una sostituzione del 30% delle attrezzature entro la fine del 2020, del 50% entro la fine del 2021 e del restante 20% entro la fine dell'anno successivo, e si è guadagnata il nomignolo di "3-5-2".

La mossa di Pechino farebbe parte di una campagna più vasta per aumentare l'utilizzo delle tecnologie sviluppate internamente alla Cina. A subire i contraccolpi della decisione ci sono in prima linea i grandi produttori statunitensi come Hp, Dell e Microsoft, dopo che l'amministrazione Usa guidata da Donald Trump ha preso di mira il gigante delle telecomunicazioni di Shenzhen, Huawei, con un bando di vendita di componenti e con una campagna per convincere gli alleati europei a non affidarsi al gruppo fondato da Ren Zhengfei per lo sviluppo delle reti 5G. se il colpo sarebbe letale per gli americani (il mercato cinese vale 150miliardi di dollari l’anno), lascerebbe feriti anche in Europa e in Italia, dove forte è l’impatto nel settore componentistica e sviluppo.

Ma se Usa e Cina guerreggiano, l’Europa finalmente si sta svegliando. In particolare la base del continente, ovvero gli amministratori locali che hanno redatto un documento, sottoscritto dai componenti del Comitato elle Regioni d’Europa riunito a Bruxelles, in cui si chiede all’UE “di raggiungere un accordo positivo per porre rimedio alla situazione attuale e a compensare le imprese colpite e a pianificare misure di mitigazione per i settori e i prodotti (LEGGI ELENCO) che potrebbero essere interessati dai futuri esiti della risoluzione delle controversie UE-USA in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC)”.

In prima linea c’è Virginio Merola, sindaco di Bologna, che rappresenta una fetta importante dell’agroalimentare, il settore più a rischio dopo le decisioni del presidente americano Trump: “In particolare parliamo dei latticini. Il piano americano ha dell’incredibile. È fondamentale che la commissione Europea – ha ribadito a Bruxelles durante l'assemblea plenaria dove ha parlato anche l'assessora marchigiana Manuela Bora -  pianifichi immediatamente un piano di aiuti che tuteli i nostri produttori. Vale per l’Italia, così come per la Spagna, prima firmataria del documento, e altri paesi”.

In risposta agli aiuti dell'UE a Airbus, gli Stati Uniti hanno deciso di imporre dazi per un valore di 6,9 miliardi di EUR su oltre 1 400 prodotti a partire dal 18 ottobre 2019. Per l’Italia, secondo le principali associazioni degli agricoltori, i dazi colpiranno 500milioni di export. Per la Germania si parla di 1,7miliardi, un miliardo per i francesi, 100 milioni per l’Irlanda, 90 milioni per la Spagna. “Intanto impegni economici, poi vorremmo anche una presa di posizione politica più forte contro questa imposizione americana. Una voce unanime, perché contro Trump e la deriva sovranista dobbiamo avere solo una risposta: l’Europa.  Solo superando gli steccati statali – sottolinea Merola – potremo avere un futuro migliore”.I comuni e le regioni d’Europa hanno quindi fatto il loro passo, trovando una posizione comune e forte. sta ora alla commissione tradurre in realtà quanto chiesto, sperando che si dia ascolto alla base di un’Europa che non ha bisogno di divisioni, ma di politiche comunitarie. Inclusa quella sul made in, ma questa è un’altra storia.

@raffaelevitali

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