FERMO – Come una formichina, la nuova vita della Fermana prosegue. È una corsa in salita, di quelle a tappe n cui ogni traguardo non è l’ultimo. Ma i canarini stanno correndo agli ordini di mister Gentili. E soprattutto della famiglia Simoni. Che è a tutti gli effetti la proprietaria della società gialloblù.
Ci sono poi i componenti della squadra, i Ferroni di turno o i consulenti che per una ragione o per l’altra stanno supportando i Simoni nella lenta risalita della montagna. Il nuovo traguardo si chiama ‘ristrutturazione del debito’.
La società ha provveduto al pagamento di quanto definito nell’accordo con l’Agenzia delle entrate, autorizzato dal tribunale di Fermo. Un primo importante versamento come previsto dal piano stilato dallo studio Gambelli.
“Per noi – sottolineano i Simoni – è un passaggio importante verso il risanamento definitivo. È una conferma della serietà e dell’impegno che mettiamo verso la storia del club, verso i tifosi e le istituzioni. Vogliamo un futuro trasparente e solido”.
Un traguardo di tappa, quindi, sapendo che all’orizzonte ce ne sono già altri pesanti, come quello da 200mila euro con il credito sportivo, come i versamenti all’Inps e quanto dovuto ai giocatori della vecchia stagione, che hanno perso la pazienza.
Questo fuori, in campo si suda, si cerca l’alchimia, si lavora per raggiungere uno stato di forma degno di una Eccellenza da vivere da protagonisti. La rosa è buona, lo dicono tutti. I rischi sono nel ritardo di preparazione, nell’età di alcuni giocatori, nel recupero di altri. Ma per questo che la società non ha risparmiato aa livello di staff, tecnico e sanitario. Continuano ad arrivare giocatori, del resto le amichevoli servono a Gentilini, l’uomo più esperto del gruppo, per capire buchi e cambiamenti necessari.
La società non esita, sta rispondendo alle richieste. Il messaggio è anche per i tifosi, dagli organizzati che hanno già ribadito che non entreranno allo stadio, ai tanti fermani che potrebbero innamorarsi di nuovo della maglia gialloblù, ben salda sulle maglie dei giocatori grazie all’impegno economico, magari tardivo, della proprietà.