*La rinascita delle aree interne e montane, dentro e fuori del cratere, passa dalla capacità di ricostruire comunità, garantire servizi essenziali e attivare misure economiche che rendano possibile, dignitosa e sostenibile la vita in montagna.
Nella zona centro-sud della regione, rispetto a quanto rilevabile nel complesso, c'è in più l'aggravante del terremoto, che ha portato un ulteriore spopolamento delle aree interne".
Il nodo dell'aumento dei servizi è cruciale perché i contributi, da soli, rischiano di aiutarci a ricostruire dei paesi che, però, rimarranno disabitati, dal momento che chi si è spostato ad Ascoli, San Benedetto del Tronto e altre città non rinuncerà mai ad avere i servizi a portata di mano per tornare indietro.
Invece noi abbiamo bisogno che queste aree si ripopolino, come giustamente sottolineato dal presidente regionale, è necessario che chi lavora in montagna sia riconosciuto come imprenditore agricolo e ambientale, in quanto presidia il territorio e previene frane e disastri naturali.
Se non torneremo a prenderci cura della montagna, anche le zone collinari e costiere ne subiranno le conseguenze negative. Bisogna investire: fiscalità di vantaggio per imprese, artigiani e commercianti, trasporti gratuiti per tutti gli studenti, senza limiti legati all'ISEE, oneri urbanistici ridotti, per compensare il minore valore degli immobili, un sistema incentivante stabile e non solo spot promozionali, sostegno a tutte le attività economiche delle aree montane, non solo agricole.
Tra le proposte esposte in sede regionale, anche l'aumento dell'indennità compensativa a 600 euro all'ettaro con un massimale di ettari, e la richiesta di modifica del regolamento sui risarcimenti, in relazione al crescente problema dato dalla presenza massiccia di fauna selvatica che arreca danni rilevanti alle colture agricole e agli allevamenti.
*presidente della Cia Marche, Alessandro Taddei, e presidente della Cia Ascoli-Fermo-Macerata, Matteo Carboni