FERMO – Non si riduce la lontananza tra i pro e i contro la mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza approvata in consiglio comunale Fermo. da un alto ci sono i giovani, le giovani, della Rete degli studenti medi di Fermo. dall’altra il consigliere comunale di Forza Italia Lorenzo Giacobbi.
Il berlusconiano affronta la questione su due livelli: il primo è politico, il secondo è nel merito. “Sorprende e lascia perplessi la scelta del Sindaco di sostenere una mozione ideologica proposta dalla sinistra, salvo poi ammiccare al centrodestra in vista di una possibile candidatura alle regionali. Prima la sua maggioranza fa saltare il numero legale, poi vota a favore o si astiene. Se si vuole rappresentare una coalizione di centro destra, occorre coerenza nei valori, non ambiguità tattiche” sottolinea Giacobbi.
“Chi oggi si schiera su posizioni chiaramente identitarie della sinistra e domani ambisce a guidare il centrodestra in Regione Marche, dovrebbe prima capire e soprattutto chiarire dove sta” ribadisce.
Giacobbi poi entra nel merito del voto contrario alla mozione sull’IVG farmacologica in regime ambulatoriale: “La mozione presentata è un atto simbolico senza efficacia giuridica, utile solo a fare propaganda. Una mozione che tradisce lo spirito autentico della Legge 194/1978 e che ignora volutamente il principio di sussidiarietà, il diritto all’obiezione di coscienza, la neutralità dei consultori e l’urgenza di potenziare i servizi per chi vuole portare avanti la gravidanza. La legge parla di ‘tutela sociale della maternità’ ma si vogliono limitare i consultori”.
La visione del mondo degli studenti è ben diversa: “Abbiamo ascoltato parole figlie di una mentalità retrograda che criminalizza il diritto all'aborto. Anche se la mozione è passata, non possiamo non denunciare ciò che è accaduto ieri. Altro che privazione dei diritti del nascituro, la mozione riafferma anche il diritto all’obiezione di coscienza” sottolinea la coordinatrice provinciale Greta Lattanzi.
“Se la mozione è passata, il merito è della cittadinanza impegnatasi partecipando numerosa alla piazza e al Consiglio, dimostrando che non è disposta a vedersi intaccata nei suoi diritti. Tuttavia siamo consci che ciò non basti: pretendiamo che le scuole siano presidi dove, attraverso l'educazione sessuoaffettiva, si sia consapevoli dei propri diritti” conclude.