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Iotti, Scrosta, la serie B e la richiesta ai tifosi: "Il passato è glorioso, ma questa Fermana ha fatto qualcosa di grande"

25 Aprile 2020

FERMO – Uno per schermo, Ilario Iotti ed Edoardo Scrosta. In mezzo c’è la Fermana. o meglio, ci sarebbe, perché anche per loro il distanziamento sociale è invalicabile e ci si allena davanti a un monitor tra i sorrisi di un bambino, Iotti, e i salti dei gatti, Scrosta.

Due giocatori diversi, due amici. Uno copre l’altro, o almeno così pare. “Ogni tanto mi arrabbio, ma basta qualche urlo e Ilario torna in difesa” sorride Scrosta. E Iotti ribatte: “È vero che mi piace puntare l’uomo e saltarlo, ma poi corro eccome”.

Uno sogna: “Mi sento pronto per la serie B, credo di essermela meritata e l’infortunio al ginocchio non mi fermerà, sono pronto. Non bisogna dimenticare quanto ho dimostrato” aggiunge Iotti. L’altro soffre: “Mi hanno tolto un pezzo di vita, sarei per preparare al meglio la nuova stagione perché è stato davvero uno stacco troppo lungo. Ma quello che davvero voglio è tornare ad allenarmi e giocare, mi sto annoiando” riprende Scrosta.

In mezzo ci sono le scale da salire e scendere, le corsette in giardino, la palestra, i video di Walter Costi. “Noi ci dedichiamo tutto il giorno aa questo. Anche se non giochi, la nostra mente è mirata all’allenamento. A me bastano cento metri sotto casa e corro, perché so che fa bene a me. Saprei ricominciare nel modo giusto. Non riesco a fermarmi. La mia ragazza mi dice che sono malato d’allenamento, ma è quello che mi lascia tranquillo” prosegue Iotti, uno che prima della nascita del figlio era il primo ad arrivare al campo e l’ultimissimo ad andarsene.

Un aspetto li unisce senza se e senza ma, il ‘no’ secco al taglio degli stipendi: “Non siamo in una società dove guadagni tantissimo o in una categoria dove puoi perdere stipendi. Qui parliamo di somme normali. Nessuno vuole perdere soldi. Stiamo aspettando notizia dall’associazione calciatori, ma cambiano ogni giorno la linea. Non sono d’accordo, questo è il nostro mestiere, è capitato qualcosa di più grande di noi. Sarà dovere del Governo e delle società coprire il danno. Noi portiamo a casa i soli per far mangiare la famiglia”.

Vicini ma lontani, con il desiderio di risentire la curva Duomo urlare, tifosi che ieri hanno espresso il loro no alla ripartenza, ma anche speranzosi che della loro Fermana resti un ricordo vero: “Si parla tanto del passato glarioso, ma erano altri tempi, oggi è tutto molto più difficile e veloce. Credo che questa Fermana debba essere ricordata perché è stata incredibile”.

Raffaele Vitali

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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