Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Intervista. Il mondo visto dal maestro yoga, Amadio a Fermo: "La diversità è il dono più grande dell'universo"

20 Settembre 2025

di Raffaele Vitali

FERMO – Sono da poco passate le otto del mattino, la spiaggia di fronte al Royal si colora: lungo la fascia verde stand che raccontano emozioni, riflessione e benessere, in spiaggia tappetini con tante persone che si siedono e attendono il momento della riflessione. Si apre così ‘òra’ il primo Festival Yoga e benessere delle Marche.

E si apre con un super ospite, il maestro swami Amadio Bianchi, presidente della Federazione europea dello yoga. “Ho iniziato a praticare 58 anni fa e c’erano tre maestri. Oggi sono l’insegnante in vita più anziano d’Italia”. Per lui 45 minuti di lezione meditazione per la pace, “ricordate che la felicità non è negli oggetti ma viene da dentro”, e poi una intervista per raccontare quello che spesso non si conosce e che magari tiene le persone lontane dallo yoga.

Per l’uomo che è già stato 42 volte in India, uno che da 15 anni insegna gratis yoga d’estate in un parco del cagliaritano, girare per l’Italia e il mondo per parlare di salute come ‘essere nel proprio sé’ è un piacere che fa superare ogni fatica. Che lui, a 82 anni, sembra non sentire. Dalla sua voce al suo sguardo, dal muover delle mani al passo accogliente, tutto è portatore di serenità.

Maestro Amadio, cosa l’ha portata a Lido di Fermo per un festival che nasce oggi grazie a Nadia Pilato (nella foto)?

“Sono qui, perché grazie a queste due giornate facciamo convergere persone, creiamo isole in un mondo che non le vuole. Un mondo che preferisce pace, benessere e salute. E qui mi sento in dovere di andare, appoggiare e aiutare chi ci prova”.

Pace, una parola svuotata?

“Che sembra svuotata. Le persone che non applicano la pace, non la conoscono. Il primo problema è dentro di loro. Penso che non stiano bene, se vogliono la guerra. Quando sei in pace non litighi”.

Quale è il problema?

“Siamo guidati da persone che non sono un esempio di equilibrio, salute e, parola spesso sottovalutata, di moderazione. Sono sempre azioni fanatiche quelle che ci portano al disastro”.

Il pensiero e la pratica dello yoga come aiutano?

“Si è quello che vuoi che il mondo diventi.  Qui – sottolinea guardando la spiaggia in cui i tappetini aumentano mentre si susseguono lezioni sui diversi stili di yoga  - ci sono già 80 persone che in un certo senso con la loro presenza diventano un messaggio importante”.

Come sta lo yoga in Italia?
“Si è allargato, a volte un po’ inquinato dagli obiettivi leciti di chi apre una scuola e deve trovare persone. Ma non è un male. Importante è entrare e scoprire che c’è un mondo intero. Se sono ansioso, posso portare l’ansia anche nello yoga, per questo i maestri chiedono di rallentare per trovarsi. Trovare il tempo per trovarsi. Prima trovati , poi ti muovi è il mio primo consiglio”.

Ma lei come è arrivato allo yoga, di cui oggi è un riferimento mondiale?

“Ho iniziato a praticare 58 anni fa e c’erano tre maestri. Oggi sono l’insegnante in vita più anziano d’Italia. Abbiamo cominciato con pazienza, poco alla volta e tanta fede. Avevo una grande carica dopo essere guarito da una sospetta leucemia. In India mi usano’ come quello che ha superato un grande male. Ma sono sempre molto chiaro, io non avevo la leucemia, ma un sospetto, visto che non riuscivo a superare una forte anemia”.

Ma lei crede che si potrà ritrovare la pace?

“Quello che ha perso l’occidente è il contato con il piano emozionale, con la gestione delle emozioni e della mente. Anche io ero vittima di questo. Poi ho ritrovato il mio equilibrio e ho vissuto in piena salute, fino a quando un rene non è andato in difficoltà e allora ho riscoperto la medicina”.

Lo yoga vive ancora di molti pregiudizi, si è dato una spiegazione?

“Quando entra un po’ di fanatismo, che è nella natura, il problema c’è. Ho visto nascere sette che non hanno niente a che vedere con noi. Lo yoga non è una religione, si parla di spiritualità naturale, laica. Se poi ti trovi in India, la spiritualità e il legame con la natura ti sembrano anche una religione. Ma è qui che nasce il primo fraintendimento. Io non sono per l’integralismo, sono integrale con l’umanità. Nessuno può essere il meglio”.

Lo yoga è quindi universale?

“Ho insegnato a ebrei, cristiani, musulmani: ho fatto una conferenza sulla meditazione all’università pontificia salesiana di Roma. Quello che conta è il messaggio”.

E come si aumentano i praticanti?

“Noi aspettiamo, lo yoga non fa proseliti. Poi è chiaro che il responsabile di una scuola giustamente spinge e si pubblicizza. A un certo livello, però, si dice, e ci viene ricordato, che il maestro risponde alle domande. Significa che ogni persona ha il suo momento di risveglio interiore, di ricerca della soluzione, della strada alternativa. E tra questi arrivi allo yoga. No sarà l’unica strada che ti porta all’obiettivo, ma lo yoga è interessante dal significato della sua parola”.

Cosa significa Yoga?

“La parola significa unione. Deriva da una interpretazione filosofica, parte fisica e non fisica: il suo obiettivo è mantenere unite le due parti. Per fini di armonia”.

Amadio, lei ha una posizione importante. Non pensa mai di usarla per fini ‘politici’, nel senso di messaggio a chi il mondo lo guida?

“La politica? Mi muove il messaggio di Gandhi, ho conosciuto i suoi nipoti, riassunto in una frase semplice e vincente: unity in diversity, uniti nella diversità. Si sta insieme se si rispetta la diversità, vale anche in una coppia, dove poi c’è l’amore che fa superare tutto. Stare insieme rispettando la diversità. La diversità, a mio avviso, è lo strumento e dono più grande presente nell’universo”.

La politica le piace?

“Manca proprio il rispetto nella politica, vive della logica del ‘siamo sempre il meglio’. Votatemi e basta, il Covid non ha insegnato nulla. Hanno fatto l’esperienza che senza salute tutto si ferma, ma ora l’hanno dimenticato. E oggi il 70% delle persone non sta bene”.

Pensando alla salute ‘mentale’ anche di più piccoli, lo yoga non sarebbe una soluzione?

“Lo yoga non si può imporre. Ci si deve avvicinare per curiosità, seguendo la madre o il padre. Per avvicinarsi. In molte città si stanno sviluppando corsi specifici”.

Amadio, ma lei come vede il mondo in questo momento?

“Sento il disastro più vicino, non mi  era mai capitato prima. L’uomo nella sua ignoranza e orgoglio non rallenta. Non si riesce a far tacere queste persone. Crediamo di possedere tutto e tutti. Basterebbe ricordare una regola semplice, che muove il mondo dello yoga: non prendere più di quel che ti necessita. È un suggerimento. Invece la nostra civiltà ci porta alla ricerca di altro, alla competizione e all’avidità. In questo la pubblicità è l’esempio più semplice”.

Amadio, cosa si porta via dal Festival yoga e benessere di Fermo (leggi il programma)?

“Che la società cambia, se le persone lo vogliono. E per volerlo seve impegno, quello che ci mette chi è qui dalle prime luci del mattino”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram