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Intervista. Il futuro del basket. Bigioni: "Da soli l'A2 è difficile. Poderosa e Sutor? Parleremo, ma prima pensiamo alle aziende"

8 Aprile 2020

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO – “Che caos, che accadrà il prossimo anno? Questo è uno tsunami sul nostro sport”. Non usa mezze parole Ronny Bigioni, anima e volto della Poderosa Basket, squadra che milita in A2, insieme con il fratello Riccardo.

“Ho parlato ieri con il presidente della Lnp Pietro Basciano e stamattina abbiamo liberato tutti. Thomas ha appena preso l’aereo per l’America. Delas è saluto sul traghetto ed è tornato in Croazia. Restano qua i giocatori lombardi, bloccati nel rientro”.

Campionato fermo, retrocessioni e promozioni?

“Se ne parlerà dopo Pasqua. Non ci sono al momento certezze, ma tutto dipenderà dalla A1. Se qualcuno si auto retrocederà si aprirà il domino, ma dubito che accadrà”.

Ronny Bigioni, cosa le resta di questa stagione?

“Che non ho mai visto la squadra al completo, soprattutto con Gennaro Di Carlo. E non che con Ciani fosse andata meglio. Davvero una stagione travagliata”.

Tornando indietro, cosa non rifarebbe?

“Conoscendo la A2, è evidente che servono americani super per stare sereni. Non si può rischiare, come abbiamo fatto quest’anno su Thompson IV, un rookie. Lo abbiamo visto: Corbett, Simmons, Powell e Thomas erano certezze. Chi ha budget limitato deve comprare americani forti e sicuri. A meno che non hai uno come Amoroso, il terzo americano. O come uno sperava con Cortese, che avrebbe dovuto fare la differenza”.

Italiani non bastano?

“Se ne hai di buoni, sì. Ma quelli che valgono un americano costano più di loro. Prendi un Fantinelli”.

Di positivo invece, cosa ha?

“Siamo tra le prime quattro squadre per giovani schierati. Era parte del nostro progetto, avendo abbassato il budget. Almeno questo premia le scelte e porta linfa alle casse”.

Siete in grado di garantire stipendi e conti della squadra?

“Ai giocatori abbiamo pagato gli stipendi fino a gennaio. Siamo pronti a mandare febbraio, ma non abbiamo per ora fatto accordi sui tagli, cerchiamo di capire come si muove il sistema. La Lega aveva proposto il 70%, i giocatori vogliono l’80%. Vediamo come ci si accorderà. Vogliamo chiudere al meglio con tutti i giocatori, che non hanno purtroppo diritto alla cassa integrazione. E poi vedremo il futuro, pagare tutto sarebbe pesante, spero in un accordo giusto”.

Il blocco della stagione è un danno grosso?

“Noi non avevamo tantissimo pubblico, quindi gli incassi non sono una perdita determinante, anche se garantiscono liquidità. Ma capisco Udine, Verona o Forlì che facevano tremila spettatori fissi e che hanno avuto un grande danno. E così in serie B una società come Fabriano”.

Sforzi non ripagati, siete in grado di ripartire?
“Secondo me ora bisognerà resettare. Non sarà facile riprendere il cammino, è come se navigassimo bendati, prima di un altro mese non possiamo neppure iniziare a parlare. Gli sponsor, le aziende vicine, che faranno? Da settembre abbiamo avuto un calo importante di entrate, aziende che avevano promesso sponsorizzazioni e che hanno dovuto fare passi indietro. problemi su problemi”.

Ma voi siete pronti a restare in A2?

“Prima dobbiamo pensare all’azienda, questo è certo. Come è certo che nel mondo del basket ci siamo e ci rimarremo per passione. Però bisognerà sedersi al tavolo, non siamo una famiglia kamikaze, ci piace fare il passo giusto. Oggi una A2 sarebbe molto difficile. Tutto lo sport avrà un contraccolpo. Oggi l’imprenditore deve pensare all’azienda, alla famiglia, ai dipendenti e poi caso mai allo sport. Noi abbiamo avuto un calo del 25% delle sponsorizzazioni prima del Coronavirus, bisogna riflettere”:

il basket costa troppo?

“Forse sì. E poi bisogna ragionare sul fatto che le persone spendono meno e che il territorio offre tantissimi derby. E in più abbiamo avuto la contemporaneità della Sutor, di Porto Sant’Elpidio, di Civitanova, non facile portare poi le persone al PalaSavelli. Mettici questo quadro e il fatto che siamo partiti zoppicanti, le persone si sono sentite meno attratte. Anche se il calo già era iniziato durante i play off dell’anno scorso: chi spende cento euro, mettendoci una pizza, in questo periodo?”.

Difficoltà economica, non è il momento di pensare a un incontro con la Sutor?

“La logica vorrebbe questo. Quando si resetta e si riparte dopo un periodo di guerra lo si fa dalle fondamenta, anche percé i problemi economici sono comuni. Vediamo, ora aspettiamo di capire cosa decideranno le leghe. Anche perché poi ora la testa è sull’emergenza sanitaria e sul dover riaprire le aziende. Una volta che le persone lavorano si torna a parlare di passione, che a Montegranaro è tanta e potrebbe anche tornare unica”.

Il vostro titolo era ambito?

“Non nascondo che ci sono stati diversi contatti. Oggi non so se tutti tornerebbero a chiedere. Non è solo il mondo delle Marche in difficoltà, è tutto il sistema. Va resettato tutto. Non possiamo ragionare ora su quando una azienda darà soldi. L’unica certezza e che noi da soli non possiamo farcela a fare la A2”.

E quindi?

“Se vendo il diritto non riparto di certo dalla B, sarebbe un costo inutile, ma investo sul settore giovanile. Se poi avremo incontro con gli altri dirigenti di Montegranaro, di Civitanova o Fabriano per fare un percorso unico è tutto da vedere. È presto. Ci sono scadenze importanti, dalle fidejussioni ai pagamenti. Anche volendo vendere, prima devo sistemare tutto il vecchio e avere ogni liberatoria”.

Giocatori sotto contratto, che accade?

“Abbiamo delle opzioni, il famigerato 1+1, per Cucci, Bonaccini, coach Ciani e un triennale con Vanoncini. E poi abbiamo Conti che abbiamo acquistato e per fortuna ben valorizzato. Ma inutile parlarne ora”.

Se ripartisse, lo farebbe con coach Gennaro Di Carlo?”
“Senza dubbio, non esiterei. Al 100%. Una persona che avevo conosciuto ai tempi della Sutor da lontano. Poi rifiutò una nostra offerta ai tempi della serie B dopo Steffè. Ora questo breve periodo, intenso e ricco di soddisfazione. È una persona speciale che ha saputo far fare gruppo ai giocatori, senza stravolgere un sistema. Anche perché Cortese neppure lui lo ha mai visto”.

E Finproject, il vostro main sponsor?

“Il contratto scade con questa stagione. Anche loro hanno vissuto un anno intenso, con importanti movimenti societari. È tutto da vedere, di certo ci confronteremo non appena l’emergenza sarà passata”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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