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Intervista a Giampieri, mister preferenza. "Casa e lavoro, due nodi per Fermo. Subito i tirocini sociali, le aziende devono crederci"

26 Settembre 2020

di Francesca Pasquali

FERMO - È il nuovo mister preferenze. Con 627 voti ha più che quadruplicato il risultato di cinque anni fa e scalzato dal gradino più alto del podio il collega di lista Alberto Scarfini. Mirco Giampieri, però, resta umile. Testa bassa e pedalare, per un altro lustro.

Giampieri, se l’aspettava quest’exploit?

«Ancora stento a crederci. Me ne rendo conto man mano che passano i giorni. È stato un onore ricevere tutte queste preferenze. Ringrazio davvero chi mi ha dato fiducia. So che tanti voti sono anche una responsabilità. Adesso, il mio impegno dovrà essere maggiore». 

Ha superato colleghi ben più in vista, come se lo spiega?

«Abbiamo lavorato a fari spenti, ma siamo sempre stati presenti. Abbiamo sempre ascoltato le persone. Non ci siamo mai tirati indietro. I nostri progetti sono nati dalle problematiche delle persone. L’idea della casa sociale per gli uomini soli è nata così». 

Secondo lei, cos’è che l’ha premiata?

«Il gioco di squadra in cui tutti abbiamo lavorato per raggiungere un obiettivo comune. Un risultato che voglio condividere con tutti i collaboratori degli uffici dei Servizi sociali e dell’Ambito. Della Casa e Ranieri, per me, sono stati due pilastri. Devo ringraziare anche sindaco, assessori e consiglieri che non si sono mai opposti ogni volta che ho chiesto qualcosa per i servizi sociali».

Calcinaro dice che blinderà i più votati. Può dormire sonni tranquilli…

«La decisione spetta al sindaco. Io me lo auguro. Se ci sarò ancora, mi piacerebbe continuare il lavoro di questi cinque anni, sempre a contatto con la gente». 

Il sociale è stato uno dei temi forti della campagna elettorale. La Lega proponeva l’assessorato alla fragilità e il fattore famiglia. Interlenghi di dare una casa a chi non ce l’ha. Lei?

«In campagna elettorale è facile dire le cose, ma, finché non vivi la realtà di una situazione, non puoi davvero renderti conto delle problematiche. Quando siamo entrati, a giugno 2015, era in scadenza la presentazione delle domande per le case popolari. La graduatoria è uscita a gennaio 2019, ma, nel frattempo, sono state assegnate più di cento case con la vecchia graduatoria. Questo nessuno degli altri l’ha riconosciuto».   

Oggi, che problemi ha Fermo?

«Il lavoro è il principale. Potessi risolverlo, sarei l’uomo più felice al mondo. Ci attiveremo con i tirocini sociali. Penso siano molto importanti per far capire al lavoratore che si deve mettere in luce per provare a ottenere un contratto. Per la ditta sono a costo zero. Così, aiuti sia l’uno che l’altro. Finora, ne abbiamo attivati una novantina».

Montepacini come procede?

«Il ristorante è pronto. Entro l’anno, potrebbe essere inaugurato. In una delle ultime delibere che abbiamo approvato c’è il finanziamento per completare il piano superiore per il “Dopo di noi”. A Montepacini c’è ancora c’è da lavorare. È una realtà che bisogna seguire bene». 

Che ne pensa di questa maggioranza schiacciante, ma anche tanto eterogenea?

«Anche in questi anni eravamo una maggioranza colorata, eppure problemi non ce ne sono stati. Tutte le persone che c’erano prima e tutte quelle che ci sono oggi vogliono il bene della città e dei cittadini. È quello che ha chiesto il sindaco ed è questo che ci lega. Poi, ci possono essere discussioni, ma si superano. Se c’è qualcuno che non la pensa così, significa che non vuole bene a Fermo».

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