FERMO – È ambizioso il Piano Infrastrutture Marche 2032 che ha avuto l’ok definito della giunta guidata da Francesco Acquaroli, con tanto di Vas. “Un documento strategico che definisce l’assetto infrastrutturale futuro della regione, con una visione integrata e sostenibile e una prospettiva di investimenti complessivi pari a 5,9 miliardi di euro” spiega in una nota la Regione.
Si parla di strade, di treni e di navi. “Questo Piano racchiude la strategia infrastrutturale completa, moderna e condivisa e dunque la visione che abbiamo per le Marche. Un atto frutto di un lungo lavoro che colma un vuoto programmatico con decisione, racchiude gli imponenti investimenti previsti e proietta la nostra regione verso una crescita concreta” specifica Acquaroli.
Sono tre le linee guida principali. In una, purtroppo, spicca l’assenza della provincia di Fermo. Non a caso, visto che è l’unica che non presenta una superstrada e una tratta ferroviaria che connetta la costa all’interno. E così, inevitabilmente, è fuori da ogni programmazione “a pettine” e “a maglia”, sia su gomma sia su ferro, previste dal Piano regionale.
“Su gomma l’intento è quello di far incrociare le quattro superstrade marchigiane, SS4 Salaria, SS77 e 76 (Quadrilatero) e l’E78 Fano-Grosseto (da completare), con le longitudinali rappresentate dall’A14 e dalla Pedemontana delle Marche, che si sviluppa, in parallelo all’A14, da Urbino ad Ascoli Piceno e che va completata” prosegue il governatore. Pedemontana che, delel opere inserite, è la più rilevante per il Fermano.
A questa “maglia” di strade si aggiunge quella di “ferro”, con l’anello ferroviario Ascoli-Porto d’Ascoli-Civitanova Marche-Fabriano, che il Piano prevede, in prospettiva, prosegua verso Urbino, attraversando Pergola lungo la tratta della Subappennina Italica riattivata nel 2021 a fini turistici, ricongiungendosi poi a Fano con la Ferrovia Adriatica.
“Al centro della “maglia” gomma-ferro, il triangolo porto di Ancona- aeroporto di Falconara- interporto di Jesi, il cuore della piattaforma logistica delle Marche, che deve offrire opportunità di sviluppo, sia ai territori interni e della media collina che ai comuni dell’intera fascia costiera, abbattendo le diseguaglianze territoriali tra costa ed entroterra, tra nord e sud della regione e tra piccoli e grandi centri” ribadisce.
Rivendica il lavoro fatto in questi anni per arrivare a Marche 2032: “Un’attenzione a tutto il territorio, da nord a sud, dell'entroterra alla costa, per superare il gap infrastrutturale atavico di questa regione. Con questo piano – riprende l’assessore Francesco Baldelli – riconnettiamo le Marche all’Europa”.
In questo obiettivo rientra la parte più ambiziosa del piano strategico. “La Regione Marche propone la costruzione di un nuovo Corridoio europeo Ten-T diagonale che colleghi, attraverso la multimodalità acqua-gomma-ferro, il porto di Ancona con i porti del Tirreno, ed è finalizzata ad incentivare i traffici merci e passeggeri da e verso l’Oriente e da e verso l’Atlantico”.
La speranza per il Fermano è che la maglia prima o poi inglobi anche il Fermano. C’è la mare – monti che è fuori da questa fase di investimenti, ma che viene promessa ogni volta. Almeno fosse progettata per poter parlare di qualcosa di concreto. "Ci aspettavamo una indicazione netta sulla sua realizzazione" commenta più di un sindaco della Valtenna.
Ma questo vale anche per A14 e ferrovia, vere incognite per il lembo di terra del Fermano. Che invece spera di vedere realizzare, polemiche a parte, anche le bretelle di connessione alla superstrada di Civitanova e al casello di Porto Sant’Elpidio.
“Il nostro obiettivo – concludono Baldelli e Acquaroli – è di costruire infrastrutture moderne ed efficienti che coniugano in maniera equilibrata tre componenti: il rispetto dell’ambiente, con percorsi più performanti che migliorino le condizioni di sicurezza e i tempi di percorrenza nella mobilità di persone e merci, abbattendo i costi di trasporto e riducendo le emissioni di gas serra; la creazione delle condizioni favorevoli per “fare impresa” e per attrarre investimenti; il rafforzamento della struttura sociale, sia con il sostegno alle fasce più deboli che con la diffusione di benessere per le famiglie e di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, intendendo, così, le infrastrutture anche come efficace strumento di welfare sociale”.