
FERMO - In Italia, nei soli primi nove mesi del 2025 sono stati denunciati 435.883 infortuni sul lavoro e 784 incidenti mortali, mentre le denunce di malattie professionali risultano essere ben 71.682.
Ci sono due strade per fermare questa ‘strage’ quotidiana. La prima è normativa, legata a protocolli e controlli, la seconda è formativa e simbolica, ed è quella su cui lavora l’Anmil. “Tanti i comuni che quest'anno hanno deciso di aderire alla nostra campagna trovando uno spazio per l’albero della sicurezza. Un modo per ricordare le vittime del lavoro e richiamare l’attenzione sull’importanza della prevenzione della salute dei lavoratori anche durante le festività natalizie” commenta Marcello Luciani, il presidente fermano dell’Anmil.
L'opera è stata realizzata da Francesco Sbolzani ed è composta da caschi antinfortunistici montati su una tipica intelaiatura da cantiere. Nonostante ogni albero sia un’opera unica, l’intento rimane lo stesso: ricordare che il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, purtroppo, riguarda tutti e non conosce festività. Anche i colori dei caschetti no son casuali: giallo e blu rappresentano il bisogno di protezione, il rosso gli infortuni, il nero le morti sul lavoro.
A Fermo l’albero è stato posizionato in piazzale Azzolino, proprio sulle pareti del grande cantiere che sa recuperando il palazzo Bernetti Evangelista da cui si sono dovuti spostare diverse attività, incluso l’unico mini market del cento storico.
A scoprilo, il ‘sindaco’ Mauro Torresi sotto lo sguardo vigile del prefetto Edoardo D’Alascio, che sulla prevenzione e controlli ha mobilitato tutte le realtà del territorio. E infatti c’erano anche i vertici di Cna e Cgil, oltre che i vigili del fuoco. Soddisfazione per l’Anmil, che durante le feste ha installato anche alberi a Porto San Giorgio, Servigliano e Monte Urano oltre che una panchina bianca, utile per fermarsi a riflettere, nel comune di Montegiorgio.
Tornado ai protocolli, base di partenza è il report di Open Data Inail che certifica quanto sia ancora grave il fenomeno infortunistico. Per questo il direttore regionale Inail Marche, Piero Iacono e il presidente Elisabetta Grilli di Edilart Marche, Comitato paritetico territoriale, scuola edile, settore artigianato regionale hanno sottoscritto un nuovo protocollo d'intesa che prevede l'esecuzione di attività congiunte volte alla diffusione della cultura della prevenzione e al miglioramento della gestione di salute e sicurezza.
Partendo dal settore delle costruzioni che nelle Marche è divenuto ancora più importante a seguito della ricostruzione post sisma. Settore caratterizzato da un gran numero di piccole e medie imprese e l'intensa attività e, nonostante il miglioramento delle condizioni di lavoro, si registra ancora un andamento infortunistico non soddisfacente, con correlati tassi di infortuni gravi e un crescente numero di malattie professionali.

L’accordo firmato prevede percorsi a supporto delle piccole imprese al fine di individuare soluzioni tecniche ed organizzative utili a garantire e migliorare la tutela della salute e sicurezza sul lavoro e a diffondere la cultura della sicurezza.
“Nei progetti saranno introdotte le migliori tecnologie e le migliori procedure per rendere i cantieri sempre più sicuri con azioni volte alla cultura della sicurezza che diventi un patrimonio comune condiviso da tutti” sottolinea il presidente di Inail.
Aggiunge Elisabetta Grilli: “Saremo da subito concreti nel mettere a terra questo importantissimo protocollo d'intesa. Per noi ha un valore determinante per le attività che quotidianamente svolgiamo per trasferire contenuti relativi alla sicurezza nei cantieri edili per le imprese iscritte alla Cedam, Cassa edile dell'artigianato e della pmi delle Marche”.
Prima azione a inizio 2026 “con una buona pratica sulla gestione della problematica della comprensione della lingua italiana nello svolgimento del corso di 16 ore di ingresso in edilizia per i nuovi dipendenti e del relativo superamento del test di verifica. Questo per andare incontro alla normativa vigente, rispettandola, e soprattutto all'esigenza di manodopera da parte delle imprese”.
r.vit.
