
FERMO – Save the Children ha fotografato il rapporto tra adolescenti, musei e lettura. Ma anche il livello sanitario dedicato. E per le Marche il quadro non è gratificante.
Nelle Marche gli adolescenti (13-19 anni) visitano meno musei e siti archeologici della media nazionale, ma più della metà di loro legge libri fuori dai testi scolastici. Lo certifica l'Atlante dell'Infanzia a rischio in Italia «Senza filtri», diffuso da Save the Children a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell'infanzia e dell'adolescenza (20 novembre).
Nella regione il 52,7% degli adolescenti legge libri non scolastici, dato leggermente inferiore della media italiana del 53,8%. Il 44,5% ha visitato mostre o musei, sotto la media nazionale del 50,1%, e il 37,3% ha visitato siti archeologici contro il 40,2%.
Solo il 28,3% è andato a teatro e il 31,9% a un concerto, quote inferiori al dato nazionale. Aspetto questo su cui riflettere, considerando che le Marche sui teatri investono e credono tanto da averli candidati all’Unesco. Il 15,3% non fa alcuna attività fisica, meglio della media italiana del 18,1%.
Gli adolescenti nelle Marche rappresentano il 6,7% della popolazione, percentuale di poco inferiore rispetto a quella nazionale (6,86%). Lo studio di Save the Children si è concentrato anche sul sistema di cura. Nelle Marche i posti letto disponibili in neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza (Npia) sono 18 (in Italia ce ne sono poco più di 400) e per quanto riguarda la presa in carico «post ricovero» degli adolescenti nelle Marche non è presente alcuna struttura residenziale pubblica o accreditata (gratuita).
Il tasso di dispersione implicita della scuola ( 7,5%) è inferiore a quello della media nazionale (8,7%). In Italia il 60% degli adolescenti è soddisfatto di sé, ma al 9% è capitato di isolarsi volontariamente per problemi psicologici. Quasi uno su otto ha usato psicofarmaci senza prescrizione e il 41,8% si è rivolto all'intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti di tristezza, solitudine o ansia. "E' sempre disponibile, li capisce e li tratta bene e non li giudica" è il motivo dell'utilizzo.
La percentuale sale al 42 tra i ragazzi che la interpellano per chiedere consigli su scelte importanti riguardanti i sentimenti, la scuola o il lavoro. Perché l'intelligenza artificiale fa ormai parte integrante della vita dei ragazzi: sono oltre il 92% quelli che tra i 15 e i 19 anni la usano, mentre gli adulti si fermano al 46,7%. Quasi un adolescente su tre (il 30,9) la utilizza tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana e soltanto il 7,5% non la utilizza mai.
“Sono diverse le adolescenze in Italia. Questa generazione è stata segnata profondamente dall'emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo” commenta Raffaela Milano, direttrice del Polo Ricerche di Save the Children.
r.vit.
