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Impianto di biometano a Paludi, Ramadori ricorre al Tar contro il Comune: "Chiedo a Calcinaro 7 milioni di danni"

25 Settembre 2025

FERMO – Non è  chiusa la partita per l’impianto di biometano che vorrebbe realizzare la società agricola semplice Ramadori di Sergio Ramadori. “Abbiamo presentato ricorso al Tar contro la nota del comune di Fermo che ha archiviato l’istanza di Procedura abilitativa semplificata perché incompleta” spiegano.

Venerdì il ricorso della società è stato notificato il 19 settembre al Comune di Fermo. le richieste sono molteplici: “Annullamento del provvedimento perché illegittimo; autorizzazione della formazione del titolo abilitativo PAS; risarcimento danni ingiusti subiti dalla Società ricorrente derivanti dagli atti e dal comportamento complessivo tenuto dal Comune medesimo”.

I danni richiesti Ramadori li ha quantificati in 7 milioni di euro: “408.800,00 per danno emergente, 1.493.750,00 per perdita contributo in conto capitale PNNR, 5.423.531,00 per lucro cessante”. Il punto nodale è che senza la Pas, si blocca l’impianto di biometano. “E’ anche fondamentale per l’ammissione a finanziamenti del Gestore dei Servizi Energetici (GSE)”.

Attualmente l’impianto è ottavo in graduatoria nazionale e, rivendica la società, mai era stato sollevato alcun dubbio da parte del Comune in due anni di procedura. “L’Amministrazione non è intervenuta né nel termine di trenta giorni, né nel successivo termine per l’esercizio dei poteri di autotutela. Basti qui ricordare che era onere del Comune accertare specificamente tutte le condizioni di legittimazione alla presentazione della dichiarazione, compresa la completezza documentale” ribadisce Ramadori mandando un chiaro messaggio al sindaco Calcinaro.

“In buona sostanza, anche tutte le tardive e per alcuni versi “strumentali” interlocuzioni rese in merito ed a mezzo stampa dall’attuale Sindaco non solo sono anch’esse tardive, ma rendono anche dei fatti una ricostruzione carente e del tutto errata. Il tutto fatto durante la campagna elettorale” prosegue.

Di fronte a questo quadro, “una società che aveva e ha in animo di investire nel territorio per realizzare un impianto di biometano che la stessa comunità europea ha ritenuto di promuovere ed incentivare, è stata costretta a non proseguire nei lavori, regolarmente avviati, perché l’atto legittimante gli stessi è stato viziatamente ritenuto inefficace, costringendo così la Società a promuovere ricorso al TAR e a formulare la significativa richiesta risarcitoria”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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