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Il ritorno a teatro di Tosoni: in anteprima vi sveliamo l'Alma Mater del regista fermano

10 Maggio 2021

di Cristina Donati

PORTO SAN GIORGIO - Poco più di un mese fa, con un chilometrico messaggio vocale, Stefano Tosoni mi invita alle prove aperte dello spettacolo che attende da un anno il palco, con un debutto previsto per il 18 aprile, ma del 2020.

Mi sento "eletta" visto che siamo in tutto nove, distanziati, con le mascherine e il cuore eccitato dalla voglia di vivere di nuovo l'emozione di essere spettatore. Tre favolose donne sul palco, solo alla fine scoprirò essere quattro: tre sorelle diverse, tre strade che le hanno condotte per vie lontane ma oggi qui riunite per una madre che sembra scomparsa nel nulla, eppure sempre presente in ognuno degli oltre sessanta minuti dello spettacolo.

Rapporti complicati tra loro e con la figura materna, relazioni e ricordi in cui almeno in parte ognuno si ritrova, nella complessità unica dell'universo femminile, che nel rapporto madre figlia raggiunge l'apice. C'è chi si ritrova nella (finta) perfettina, chi nell'alternativa, chi nell'angelo del focolare e chi, come me, un po' in ognuna delle tre. Dialoghi che fanno sorridere si alternano a spunti di riflessione, in una profondità che si mescola magistralmente alla leggerezza. Quando si riaccendono le luci, sulle note di "Portami a ballare" di Barbarossa interpretata da Tiziano Ferro,  sembrano passati un'eternità o un battito di ali: una scelta non casuale, con una pace che non arriva a parole, ma a fatti, attraverso le note di una canzone ed i movimenti sinuosi del ballo.

Emanuela Capizzi, Elena Fioretti e Venusia Morena Zampaloni sono le tre anime che si intrecciano nella regia magistrale di  Stefano De Bernardin, in una storia talmente femminile da essere scritta da un uomo, Stefano Tosoni, che con questo spettacolo compie un vero e proprio gesto d'amore verso l'universo donna, inteso non come categoria fisica, ma come portatrice di vita.

Una nuova sfida quella di Tosoni, scrivere per la prima volta una storia in cui non fosse protagonista e non fosse regista, che ha comportato uno studio profondissimo sul rapporto madre-figlia, fatto di conflitti, di amore/odio, di contrasti, di affetto e distacco, di ammirazione, attrazione e repulsione. Un'idea nata da una conversazione con Venusia, compagna di vita e di passioni, approfondita con letture di saggi sul mondo femminile scritti da donne, da "Identità femminile e conflittualità nella relazione madre-figlia" della professoressa Carla Carotenuto a "Piccole grandi bugie" di Liane  Moriarty, ma anche da un film, basato sulla pièce teatrale di Tracy Letts, premio Pulitzer, "I segreti di Osage County".

Il sodalizio professionale e umano di lunga data tra il regista De Bernardin e Stefano Tosoni si percepisce tanto quasi da toccare un filo di comprensione delle parole che va ben oltre lo scritto.

Con loro hanno collaborato Aurelio Biocchi per i costumi, Simone Agostini per il disegno luci, Tatiana Salvatori (autrice anche della foto) per la grafica e non ultima Linda Tosoni, "cinquenne" autrice del disegno in locandina. Un bellissimo gruppo, che nonostante le difficoltà dell'ultimo periodo, ha ancora voglia di raccontare il proprio mondo come gesto d'amore.

Per chi, come me, ha sentito la mancanza del Teatro e pensa che ci sia proprio tanto bisogno di bellezza, cinque appuntamenti: giovedì 13, venerdì 14 e sabato 15 maggio alle 20, mentre due gli spettacoli previsti domenica, alle 17 e alle 20.

In pieno rispetto delle normative, vista la capienza ridotta del Teatro, è ovviamente richiesta la prenotazione al n. 392 4450125. Foto di Tatiana Salvatori

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