Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

IL PUNTO 5G e banda ultra larga nelle Marche. Infratel e Open Fiber: "Stiamo accelerando". Franchellucci: "Basta sindaci populisti, servono le reti"

18 Novembre 2020

di Raffaele Vitali

FERMO – Il segretario di Unioncamere Andrea Sammarco apre l’incontro voluto dalla Camera di Commercio delle Marche sulla banda ultra larga a cui prendono parte tutti i vertici del mondo legato alla fibra. Dalla politica, con l’assessore regionale Mirco Carloni e la sottosegretaria Mise Mirella Liuzzi, i sindaci Mancinelli e Ricci che guidano Anci e Ali, alle realtà industriali come Open Fiber, concessionario delle aree bianche, e Infratel, con l’Ad, oltre alle associazioni di categoria. Tutti insieme per ‘la via marchigiana alla digitalizzazione’ voluta dal presidente Sabatini.

MARCHE SPECCHIO DELL’ITALIA

“La banda ultra larga e in previsione il 5G sono le infrastrutture potanti per il rilancio del Paese. Siamo stati molto concentrati su strade e binari, ma – spiega Gino Sabatini, il presidente della camera di Commercio delle Marche che ha voluto l’incontro - molto meno attenti allo sviluppo delle reti come percorso di economia. Ma in pandemia abbiamo scoperto che educazione e sanità vivono di connessioni digitali.

Le Marche come specchio dell’Italia. “Le imprese hanno difficoltà di sviluppare attività innovative, poco sostenute da un modello finanziario basato solo sulle banche. E poi l’epoca del fordismo è ormai finito. Ora siamo alla personalizzazione, al ‘su misura’ alla creatività. La digitalizzazione ci permetterebbe di usare risorse in modo più efficiente, rendendo più agili le Pmi”.

INNOVAZIONE E POSTI DI LAVORO

Smentendo che Industria 4.0 significhi perdere posti di lavoro: “Chi ha digitalizzato non solo ha assunto, ma hanno puntato su manodopera qualificata. La digitalizzazione è un asset che può riequilibrare il rapporto tra costo ed entroterra” prosegue Sabatini che immagina l’Appennino come luogo di studio per idee e progetti legati alle competenze digitali. “Trasformiamo l’area arretrata in un laboratorio di modernità per tutte le Marche. per questo inseriamo slot di risorse nei bandi regionali per comprare la banda ultra larga, che spesso arriva nei comuni ma non nelle aziende che investono in macchinari ma non nella fibra”. Quello che Sabatini chiede è una offerta commisurata al reale momento storico. “Il distretto del cappello di Montappone non può essere trattato diversamente dal tessile di Brescia. La via marchigiana della digitalizzazione deve partire dentro le scuole”.

IL PIANO DEL GOVERNO

Mirella Liuzzi entra nel merito delle politiche del governo, come sottosegretario del ministero allo Sviluppo Economico. “L’importanza della digitalizzazione deve entrare dentro le imprese. Noi lo sappiamo, nessun comune deve restare indietro, purtroppo la digitalizzazione non aspetta. Eppure a oggi solo il 56 delle famiglie ha un collegamento veloce, ma è un dato in crescita, pur restando 3,5milioni di famiglie senza alcuna connessione, con il rischio dispersione scolastica e impossibilità di attuare lo smart working”.

Un bando per le Digital Innovation House che trasferiscono innovazione nelle imprese: “Ce ne sarà una per Regione e si affiancherà al bando per la trasformazione tecnologica delle Pmi e ai voucher per i manager dell’innovazione. Ma se non c’è infrastruttura sono azioni monche”. Un passaggio sul 5G: “Il Pil crescerà dello 0,3% all’anno solo grazie questa tecnologia. E impatterà soprattutto sulle Pmi” ribadisce la sottosegretaria che annuncia un piano di potenziamento per gli Its, individuati come scuole di sviluppo formativo ideali per le imprese.

LA REGIONE

Aderiamo subito al nuovo piano del ministero. “Abbiamo già aperto un tavolo con i Comuni”. Sul piano banda ultra larga, Mirco Carloni racconta la fotografia attuale: “I cantieri, rispetto all’accordo del 2016, nel 2020 erano collaudati in tutta la regione 6 comuni su circa 236 inseriti nel piano. Parliamo di 105milioni di euro di fondi europei, ma anche di quattro anni persi”. Cosa è successo? Si è chiesto Carloni: “È emerso che i cantieri sono fermi nonostante autorizzazioni e progetti pronti. Serve la pressione del Ministero. Ho anche chiesto a Open Fiber di attivarsi e nelle ultime settimane abbiamo avuto una inversione di marcia. Abbiamo chiesto almeno 50 nuovi comuni entro la fine dell’anno e ci piacerebbe nel 2021 avere una attenzione maggiore sulle Marche, che ha subito fino a 800 giorni di ritardo nei lavori di Open Fiber e quindi degli operatori. Quando si parla di piccole realtà, penso alle aree interne, la potenzialità commerciale cala e quindi se non c’è l’interesse pubblico abbiamo un problema”.

DATI BIANCHI E NERI

“Territori che si stanno ripensando”. Secondo Istat, che si basa sul 2019, si percepisce che le Marche sono al primo posto per le imprese con più di dieci addetti che usano internet. A metà classifica per uso di banda larga fissa e mobile, sono all’ultimo posto per la disponibilità di banda ultra larga”. I comuni delle Marche mostrano una dinamica di impresa variabile: il 57% dei comuni che sono in una tendenza evolutiva negativa nel triennio 2017-2019. Ma poi c’è il dato sulla ‘tendenza innovativa’ che riguarda imprese giovanili, innovative e start up: “Da questo punto di vista, le Marche mostrano invece un 62% dei comuni marchigiani in tendenza di crescita” precisa Sammarco che dà un ultimo dato: 12mila start up in Italia, con le Marche all’ottavo posto e Ascoli Piceno al quinto posto in assoluto con 91 start up attive.

IL RUOLO DEI SINDACI, FRANCHELLUCCI, RICCI E MANCINELLI

Si toglie qualche sassolino il sindaco di Porto Sant’Elpidio nonché presidente Ali Marche, l’associazione dietro l’iniziativa con l’ente camerale: “Parlare di banda ultra larga e 5G è parlare di futuro. Ne abbiamo bisogno. Le amministrazioni locali hanno avuto atteggiamenti non all’altezza, non in grado di percepire quanto su determinati temi bisogna non alzare polveroni ideologici. C’erano movimenti di cittadini (ma ci sono tutt’ora, ndr) e sindaci che in maniera populista e non attinente alla realtà che cavalcavano questo tipo di paura. Parliamoci chiaramente. Se non ci fosse stata la pandemia, dove di fatto abbiamo capito che il tempo del potenziamento delle connessioni era scaduto, e l’impulso del Governo di dire ‘spingiamo su 5G e innovazione’ togliendo potere locale, staremmo ancora qui a ululare alla luna”. Per lui bisogna accelerare e al contempo non derogare al privato l’investimento legandolo al mercato: “Se gli amministratori locali vogliono dare un vero servizio ai cittadini devono farsi promotori di tutte le innovazioni tecnologiche. Era già fondamentale nel triennio 2017-2019, diventa vitale oggi un approccio aperto. Come sindaci dobbiamo cancellare atteggiamenti di opposizione e porci come soggetti innovatori e pronti ad accettare tecnologie. Appena tutto finirà ci sarà voglia di investire e sviluppare nuove tecnologie. E noi dovremo aver dotato le città degli strumenti idonei. Noi dobbiamo pianificare le città e trasmettere ai cittadini serenità. Rispetto la posizione di tutti quei sindaci che prima hanno voluto approfondire e pianificare, ma poi c'è da andare avanti e guardare verso il futuro. Il sindaco non deve essere un populista, ma una guida verso il futuro. E per questo sono contento della linea di Carloni e Liuzzi”.

L’ultimo punto che tocca è il tempo: “Non possono passare anni, per alcune zone sarebbe devastante”. E chiude con un aneddoto marchigiano: “Uno studio di ingegneri che vuole partecipare ai tanti bandi pubblici legati a ricostruzioni e sviluppo, negli ultimi anni ha aperto una succursale ad Ancona e quando ci sono i click day la sera prima vanno a dormire in Ancona per poter essere presenti al click day. questo accade nel 2020”.

Il carico lo aggiunge Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona e presidente di Anci Marche: “Concordo al 99% con Franchellucci, sottolineo solo ulteriori aspetti. Cosa è necessario fare lo sappiamo, ma come è la domanda che interessa. Ognuno per il proprio ruolo deve trovare i problemi e risolverli. Un nodo è far accelerare i cantieri, come ha detto bene Carloni, non stoppati dalle autorizzazioni. Un altro nodo è a livello locale con il superamento di posizioni e demagogie diffuse, spesso trasversali politicamente, che fanno prendere posizioni non coerenti con l’obiettivo dichiarato della necessità di infrastrutture tecnologiche”.

Il coronavirus schiaccia tutti sul presente, ma i Comuni devono pensare al futuro: “Mentre gestiamo questa crisi complicata, abbiamo bisogno di guardare oltre e mettere le basi in un futuro di rinascita, sapendo anche che il vaccino esiste. Quindi, potendo ipotizzare un cronoprogramma che vedrà una diffusione ampia dalla primavera in poi. Quindi se il 2020 è depressione ed emergenza, il 2021 sarà di fiducia e riscatto, come l’ultima estate in cui l’economia è ripresa anche se purtroppo abbiamo esagerato nei comportamenti. Se il 2021 sarà euforico, non possiamo pensare che la società che avremo seppur liberata dal virus sia la stessa del 2019. Il virus ha dato valore a due aspetti: il primo è la velocità. Azioni giuste con tempi lunghi non hanno avuto l’efficacia attesa in ogni campo, perché ogni azione è basata su controlli preventivi. Noi dobbiamo scommettere sulla fiducia nei cittadini. Il secondo aspetto è il digitale. Cose semplici, che possa capire anche mia nonna, e sempre più vicine a ogni generazione. E poi c’è il nodo spazio: le persone cercano case con giardino e terrazzi. Cambiano i desideri, devono cambiare le città che devono essere sempre più verdi e con mobilità sostenibile, ma devono cambiare anche le aree interne, sempre più desiderate. Investimenti digitali e strade saranno importanti. E poi dobbiamo far diventare le Marche una regione pro 5G. Non è possibile che pochi comunicati poco informati provino a bloccare lo sviluppo. Le Marche devono essere pronte a cogliere l’opportunità: avremo città intelligenti e una vera riduzione del digital divide”.

IL MONDO DEL 5G

Alessio Beltrame, fondazione Ugo Bordoni. “Parliamo di un nuovo standard di comunicazione. Una tecnologia che integra quel che già c’è. ma serve fibra. Parliamo di velocità e capacità di gestione di tanti apparati: avremo servizi non realizzabili come sanità a distanza, smart cities, gestione Industria 4.0 e altro”. Ci sono 5 città coinvolte nei progetti pilota, Milano, Bari, Matera, Prato e L’Aquila, per valutare i servizi commerciali e individuare le migliori prassi e farle adottare in tutto il territorio. C’è una competizione mondiale sul 5G, i vantaggi li avrà chi si doterà prima dei servizi e saprà esportarli. Servono infrastrutture fisse e mobili, investimenti che devono coprire tutto il Paese. Bellezza ci mostrava una immagine della regione Marche colorate, significa che si tende a coprire ogni territorio. Senza copertura, non c’è sviluppo coeso. Non è solo mercato. Bisogna mettere a disposizione le frequenze e favorire lo sviluppo dei servizi e delle reti locali. I territori, le aziende, le pubbliche amministrazioni possono svolgere un ruolo decisivo per le reti locali per la gestione dei dati, che è il cuore del 5G. Poi dobbiamo essere in grado di far percepire e capire alle imprese che c’è una grande opportunità nel portare i processi produttivi dentro l’innovazione”.

LA PARTE TECNICA

Spetta ad Infratel con il nuovo Ad, è arrivato a febbraio 2020, Marco Bellezza, entrare nel mondo dei ritardi. “Prima della pandemia era più complicato ottenere autorizzazioni da Anas ed enti locali. Un piano con due anni di ritardo a causa di 15 ricorsi amministrativi contro l’aggiudicazione del piano. L’uso di Enel Distribuzione doveva agevolare i lavori di Open Fiber, ma questo non è accaduto. Sono arrivato a febbraio 2020. Il nostro controllo è cresciuto, mensilmente applichiamo penali per i ritardi e abbiamo avviato una trasparenza maggiore mettendo tutti i dati disposizione dei cittadini. Poi abbiamo autorizzato Open Fiber ad alcune deroghe per semplificare le attivazioni nei comuni. Servirebbero 3500 operai ogni giorno fino al primo semestre del 2023. Oggi Open Fiber ne ha 2100 in azione, ma le semplificazioni la aiuteranno” marche, 21 comun collaudati, 8 con prescrizioni e 3 pre collaudo. La concessionaria ha presentato l’83% dei progetti consecutivi, quindi il problema non sono le autorizzazioni. Ora mostriamo anche la situazione dei collegamenti casa per casa, per far capire se arriverà la fibra di Open Fiber o con altre tecnologie. Questo consente di fare anche scelte territoriali”.

Inizio 2020, 14 comuni collegati, a fine 2020 saranno 1027 (sui 6232 previsti). 40% famiglie italiane senza banda? Mancano anche le domande di servizi alla connettività. Da qui il piano voucher, partito il 9 novembre, per le famiglie con redditi bassi, nelle Marche è ancora disponibile l’88% delle risorse. Piano piazza Italia, pochi i comuni marchigiani registrati sul portale: 22 quelli attivati, per cui mi appello ai sindaci per potenziare le richieste.

Tocca anche il nodo Recovery Fund: “Dobbiamo agire sulle aree grigie. Tante sedi di Pmi sono coperte quando va bene da una connessione che va al massimo a 30 mega, non in grado di supportare lo sviluppo. Questo nuovo piano colmerà il gap per allineare le aree del Paese almeno a un giga”.

OPEN FIBER

“Il Covid ha accelerato tutto e quindi i ritardi emergono con forza. Siamo qui in trasparenza. Ci stiamo allineando, cercando di ridurre il gap che si è creato”. Voce suadente, grande calma e volto sorridente: Open Fiber ha scelto la comunicazione più soft per rispondere alle Marche arretrate e si è affidata a Nadine Chirizzi. A lei il compito di dare qualche numero, meno di quelli attesi, con un solo obiettivo: dimostrare che stanno lavorando, più di quanto si pensi. “Ci muoviamo tra aree bianche, grigie e bianchissime, totalmente prive di connessione. Nelle Marche abbiamo 162 plessi scolastici connessi, di cui 36 in aree bianche e 126 nelle grandi città”. E Fermo? Non appare nelal slide che coinvolge le principali città delle Marche, ma appare, purtroppo, come provincia nella seconda, quella delle aree più complesse da ammodernare, le C e D, in cui sono inclusi 35 comuni su 40. “Contiamo di chiudere i cantieri in 59 comuni entro il 2020. È grande lo sforzo con la regione per recuperare i ritardi”.

IL RICHIAMO DI SABATINI Il presidente Sabatini ha ascoltato e di certo non si accontenta: “Saremo molto attenti a seguire le dinamiche e valorizzare gli investimenti. Controlleremo che Open Fiber completi i cantieri, chiediamo una mappatura di tutti i comuni e province”. Sarà un pungolo, come il neo assessore Carloni e i tanti sindaci che coni loro big seguiranno come un’ombra Infratel e company per raggiungere “la via marchigiana della digitalizzazione”.

@raffaelevitali

Print Friendly, PDF & Email
Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram