PORTO SAN GIORGIO – “Nella valutazione della proposta avanzata dal Marina SRL, non avremmo alcuna difficoltà ad intavolare un confronto con il concessionario, il Marina, se vi fossero le condizioni di legge, che appaiono assenti nell’attuale proposta”. Tranchant il sindaco Valerio Vesprini. Che però, prima di questa chiusura, spiega nel dettaglio cosa manchi attualmente perché ci possa essere un nuovo confrontato tra due parti ora ai due vertici del tavolo.
“Quando siamo arrivati ci siamo trovati 970mila euro di debito da parte del concessionario per canoni demaniali non corrisposti tra il 2007 e il 2022” sottolinea il sindaco. A questo si aggiungono 550mila euro di poste comunali non corrisposte, che gravano sulle tasche di tutti i cittadini sangiorgesi. “Mancava anche la polizza fideiussoria, e questo dal 2016”.
Questo il lato tecnico, poi la stoccata politica: “La precedente gestione politica della vicenda sia stata approssimativa e superficiale, come si evince pure da alcuni atti, primo su tutti la missiva a firma dell’allora sindaco Nicola Loira con la quale intendeva “restituire alla Regione” la gestione dell’area portuale”. Per Vesprini è la riprova che c’erano stati dieci anni di attesa, con in più una presa di posizione nel 2016 in cui veniva avviata la procedura di revoca della concessione demaniale. “Procedura mai portata a termine”.
Per quale motivo? “Risulta quantomeno curioso che l’attuale minoranza, che in passato ha governato senza dimostrare alcuna capacità o volontà di assumersi le conseguenti responsabilità, oggi dai comodi banchi dell’opposizione, ponga a noi le stesse domande alle quali non sono stati in grado di rispondere quando venivano a loro poste dalla società Marina di Porto San Giorgio”.
Un esempio? “Ha mai risposto il sindaco Loira alla richiesta di riduzione del canone demaniale più volte avanzata dal Marina nel corso degli anni? Ha mai concluso il procedimento di riequilibrio presentato dal Marina nel 2020?”.
La realtà è che il comune ora ha sul tavolo quella che il sindaco Vesprini definisce “una proposta di componimento bonario priva di ogni qualsivoglia presupposto transattivo accettabile da parte dell’Ente. Manca, difatti, l’impegno al pagamento dell’intero importo dei canoni pregressi per poter instaurare un tavolo di confronto come confermato dalla stessa Agenzia del Demanio con nota prot. 29682 del 17/10/2023”.
Insomma, ‘pagare moneta, vedere cammello’ per “discutere di un’eventuale proroga di 32 anni come da richiesta avanzata dal Marina SRL, che però parla di un pagamento di 155mila euro a fronte di un debito di 970mila”. In conclusione: “Noi tuteliamo la città e i sangiorgesi”.
r.vit.
