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Il ministero taglia dai fondi Unesco Fermo e le Learning City. Trasatti: "Risorse per la promozione che servono a tutto il territorio"

28 Marzo 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – Essere parte dell’Unesco non dovrebbe avere differenze. O si è città Unesco o non lo si è. ma esto non vale per il governo italiano e il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, in particolare. È infatti uscito un bando del ministero in tema di turismo, con 75milioni di euro di plafond.

Bene, ma non benissimo. “Assegna dei finanziamenti importanti alle città Unesco, sia a quelle di patrimonio materiale (Urbino, per esempio) sia alle città creative (Pesaro). Ma non alle Learning city, le città dell’apprendimento”. E purtroppo, in questo caso, Fermo fa parte del terzo gruppo.

La scelta del ministro Garavaglia va così a penalizzare, o a non premiare, Fermo. “Siamo rimasti davvero male. Perché alla fine escluse sono Lucca, Palermo, Trieste e Torino insieme con noi. Solo che Torino e Palermo rientrano anche nelle altre due categorie, quindi il ministero, dal mondo Unesco, taglia fuori solo te capoluoghi” spiega Francesco Trasatti, presidente dell’associazione ‘Fermo città dell’apprendimento’ e delegato consiliare

Tutti felici per Pesaro capitale della Cultura, ma “per noi questa decisione significa perdere almeno 100mila, se non 150mila euro per azioni utili a far crescere il nostro essere città Unesco” ribadisce Trasatti che ha condiviso la presa di posizione con le altre città.

“Non va dimenticato che Fermo presiede, attraverso Carlo Nofri (direttore dell’università San Domenico, ndr), il tavolo di lavoro delle cinque Learning city. Da qui un confronto che ha prodotto una nota a ministro e uffici. Ci si muove quindi insieme, soprattutto con Lucca e Trieste, come fatto al tempo della provincia con Monza e Barletta”.

L’appello principale è rivolto ai parlamentari del territorio, di ogni colore. “Mi sono attivato subito con Mauro Lucentini, che sta seguendo la questione avendo il vantaggio di essere dello stesso partito, la Lega, di Garavaglia. Lo ringrazio per l’impegno. Speriamo chiarisca almeno come mai questa dimenticanza”.

Certo, la rete Learning city è l’ultima arrivata “e questo in via superficiale potrebbe aver spinto a non considerarla. Non penso a pressioni, non c’è guadagno a lasciare fuori tre città” prosegue l’ex vicesindaco. L’obiettivo è capire se si può intervenire.

“L’auspicio è che anche Francesco Verducci e Mirella Emiliozzi ci possano aiutare, come stanno facendo a Lucca e Trieste tutti gli onorevoli. Se proprio non c’è modo di riaprire la partita, almeno capire il motivo”.

Le Learning city, per essere chiari, hanno la stessa struttura delle città creative, con tanto di world summit. “Non sono molto ottimista sull’emendamento, ma almeno portiamo consapevolezza sulla rete se è stato un errore di superficialità” prosegue Trasatti che con gli altri referenti ha pensato di coinvolgere anche il ministero dell’Istruzione.

Nel frattempo, siccome le risorse servono per fare attività, la Learning city di Fermo ha avvito richieste di finanziamento tra imprenditori, banche, camere di commercio ed enti. “Stiamo lavorando con i possibili stakeholder, anche per avviare una serie di progetti. Partendo dal sito che raccolga il mondo dell’apprendimento della città di Fermo. Stiamo lavorando a un codice per la gestione del brand ‘città dell’apprendimento’. Il che significa aderire all’agenda Onu, almeno.  E si valutano anche risorse comunali da bilancio per pianificare azioni mirate”.

Cosa fare con i soldi se dovessero arrivare? “Potenziamento comunicazione, marketing e quanto serve a incrementare presenze attraverso la valorizzazione del sito Unesco. Un esempio sono gli educational tour che immaginavamo tra le città Unesco, in modo da far conoscere la città a più livelli”. La strategia c’è, ma il ministero non ha dato modo di attuarla. Eppure, l’Unesco è uno, Garavaglia permettendo.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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