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Il Micam 'mascherato' non ha alternative: "Per i piccoli è l'unica strada". Cancellara: "Le Marche sono le migliori"

20 Settembre 2020

di Raffaele Vitali

MILANO – “La crisi ha messo in discussione le posizioni di vantaggio. Importante confermare il calendario fieristico” sottolinea il ministro degli esteri Luigi Di Maio nella nota letta dal suo sottosegretario, Manlio Di Stefano che ha tagliato il nastro della 90esima edizione del Micam a Milano insieme con il presidente di Confindustria Bonomi e i vertici delle varie associazioni della moda, a cominciare da Siro Badon, che hanno voluto dire al mondo che loro sono #strongertogheter, ovvero compatte per uscire dalla crisi.

“Rappresentare il brand Italia nel mondo è raccontare cosa significa essere un’azienda che punta a qualità, sostenibilità, integrazione con il territorio. Noi vi sosterremo” ribadisce il sottosegretario. Ascoltano gli imprenditori che hanno scelto di esserci. “Lo devo dire: grazie a Valentino Fenni e a tutto il sistema marchigiano. Decisamente i migliori in questa condizione difficile” aggiunge Tommaso Cancellara, direttore di Assocalzaturifici.

“Le Marche hanno fatto proposte, hanno chiesto e noi abbiamo lavorato per rispondere, come per i corridoi verdi per far entrare i buyer dall’estero. Questo è il modo di approcciarsi in una situazione senza precedenti in cui il Micam resta un riferimento. Noi lo abbiamo organizzato al meglio, dovendo superare anche assurde lettere di clienti che hanno detto ai buyer di non andare a Milano, altrimenti gli avrebebro poi chiuso la porta per due settimane” prosegue.

Ma il Micam c'è e resta la fiera numero uno al mondo, pur con 500 stend, diventati poi poco più di 400. E c'è chi lo sottolinea con orgoglio. Pazienza se gli spazi sono più ampi e al momento non c’è l’afflusso del passato, esserci significa vivere. Ma il vuoto fa male.

“Il Micam – spiega Arturo Venanzi, imprenditore che per Assocalzaturifici segue da anni il mercato russo – è fondamentale per i piccoli. Ancora di più in questa situazione. Chi ha showroom ha scelto magari di non esserci, per non duplicare le spese, ma chi non ha canali differenti deve esporre. Già è difficile vendere normalmente, figuriamoci senza dare la possibilità al buyer di toccare la scarpa”.

Venanzi, con l’azienda Franceschetti, è una di quelle che ha scelto di non prendere lo stand. “Ma torneremo a febbraio” chiarisce entrando poi nella situazione internazionale: “I russi? L’idea del visto di accesso è importante, solo che in pochi lo useranno. Per due ragioni: la difficoltà organizzativa e il fatto che presentiamola stagione estiva, per loro da sempre meno rilevante, ancora di più oggi con tutto l’invenduto a causa Covid”.

Non espone tra i padiglioni Venanzi, ma è presente visto il ruolo in Assocalaturifici e almeno non fa parte di quelle novanta imprese, per metà italiane, che a pochi giorni dall’apertura hanno comunicato che non si sarebbero presentate. “Un danno per tutti. Non ci si rende conto cosa significhi trovarsi con dei buchi a pochi giorni dall’inaugurazione. Un problema organizzativo, avremmo usato quattro padiglioni e non cinque, e di costi. Chiaro che l’acconto, che ci è stato chiesto indietro, non è stato in questo caso restituito. Siamo rimasti delusi, ma ce ne ricorderemo nelle prossime edizioni” riprende Cancellara.

Si pensa a possibili premialità, o almeno questo chiedono gli imprenditori: “Speriamo che per la prossima edizione noi che abbiamo deciso di esserci avremo dei benefit. Dal posto migliore al costo ribassato, come del resto è stato per questa edizione” chiarisce subito un calzaturiero. Si vedrà, intanto c’è da lavorare, intercettando ai buyer che in tutta sicurezza girano gli stand tra igienizzanti, mascherine brandizzate Micam e Mipel, e distanze facili da tenere.

Camminando tra i padiglioni è però difficile anche salutarsi, le mascherine nascondo volti. Mai come questa volta il valore aggiunto è nel prodotto, più che nella capacità di vendere e interagire con le persone.

“Quello che tutti dobbiamo sperare – conclude Venanzi – è che nel giro di qualche mese arrivi il vaccino. Siamo consci che le vendite ripartiranno a giugno 2021, con il nuovo invernale. Se per gennaio e febbraio la situazione mondiale sarà migliore, sono certo che la nostra qualità tornerà a essere il fattore decisivo. Altrimenti non sarà un problema il Micam di febbraio, ma quello che accadrà alle aziende non appena finiranno gli incentivi del Governo e il blocco dei licenziamenti”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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