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Il lusso salva il cappello, ma in Italia non si vendono più

2 Gennaio 2020

MONTAPPONE – Meno imprese, meno dipendenti e per fortuna che nel mondo ancora hanno voglia. Il comparto del cappello su scala nazionale ha un solo vero alleato: il lusso. “Nel periodo gennaio-settembre 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, c’è stato un aumento sia delle esportazioni sia delle importazioni. Il problema principale è che sono crollate le vendite interne, a riprova che ormai l’Italia non è più un mercato” sottolinea il presidente Tessilvari Paolo Marzialetti.

Non va dimenticato che circa il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato spetta al Distretto del Cappello Fermano (Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone) - Maceratese (Mogliano, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano) il cui core-business è comunque rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l'80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle su scala nazionale.

“Le esportazioni continuano comunque a rappresentare la quasi totalità delle produzioni per le aziende su scala nazionale, trascinate soprattutto da quelle legate al segmento del lusso, andando ulteriormente ad assorbire e mantenere stabile il fatturato” prosegue Marzialetti.

Entrando nelle tipologie, i cappelli di paglia crescono come import e calano come export (18 milioni e -1,9%). I berretti al contrario evidenziano un aumento sia delle importazioni (+19%) che delle esportazioni (+27,9%), confermando per quest’ultime il trend dello stesso periodo dell’anno precedente.

A riprova che i cappelli si vendono, ma non son quelli italiani in particolare, c’è il dominio della Cina come paese fornitore, con il 44% dell’import e in costante crescita, +12%. L’export passa per la Svizzera, hub dei brand del lusso, con i suoi 37 milioni e una crescita del 116%, resta anche uno dei canali per arrivare in Russia, mercato che però non ha ancora ripreso a correre. Al secondo posto si conferma dunque la Germania (19 milioni di euro, +18,6%). Sempre seguita dalla Francia che con i suo 16 milioni di euro (+8,0%), consolida la terza posizione. “Resta sul podio il Regno Unito, pur continuando ad ottenere ottimi risultati malgrado stia affrontando la difficile situazione d’incertezza dovuta all’imminente attuazione della Brexit, con i suoi 15 milioni di euro (+24,9%), nel periodo gennaio-settembre 2019”. Continuano le buone performances degli Stati Uniti, che insistono nel recupero del terreno perduto degli anni precedenti, toccando gli 11 milioni di euro (+12,4%).

“Per la prima volta dopo molti anni registriamo un ritorno con l’aumento delle esportazioni verso il Giappone (3,6 milioni di euro, +10,6%), che sembra finalmente aver rivisto la luce in fondo al tunnel, anche per via del protocollo d’intesa e dei nuovi accordi che prevedono l’abbattimento dei dazi commerciali dell’UE con il paese del Sol Levante, che speriamo contribuiscano a far mantenere in territorio positivo anche questo importante mercato per il Cappello”.

@raffaelevitali

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