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Il lato umano del business. L'appello del buyer ucraino: "Aiuta la mia famiglia". E la Pilotti apre casa: "Se capitasse a noi? Bisogna accogliere"

14 Marzo 2022

di Raffaele Vitali

MILANO/PORTO SANT'ELPIDIO – Fuori dalle Marche non si comprende il concetto di azienda come famiglia, di dipendente come collaboratore, di buyer come parte del gruppo. Forse sarà un po’ più chiaro dopo quanto deciso da Annarita Pilotti.

L’imprenditrice, titolare del calzaturificio Loriblu insieme con il marito Graziano Cuccù, mentre era impegnata a vendere scarpe al Micam, mentre battagliava al tavolo con i politici per le misure anti crisi, pianificava l’arrivo di una famiglia ucraina in Italia. “Sono arrivati ieri sera la moglie e i due bambini di uno dei nostri buyer ucraini con il quale lavoriamo da molti anni e oggi la sorella e i genitori”.

L’annuncio davanti al viceministro allo Sviluppo Economico, Pichetto Fratin, come segno di quel che il mondo calzaturiero rappresenta: cuore, passione, forza, solidarietà e capacità di resilienza.  “Ho messo a loro disposizione una casa a Penna San Giovanni e domattina andrò a conoscerli e li abbraccerò stretti” prosegue lasciando il Micam, dove restano per l’ultimo giorno di fiera i collaboratori.

Ex presidente di Assocalzaturifici, Pilotti non ha esitato. E la famiglia è rimasta colpita dalla gentilezza. “La mamma quando si è affacciata dalla finestra e ha visto i Sibillini si è commossa. Mi ha detto che finalmente dopo giorni stava vedendo qualcosa di bello e sereno”.

I buyer arrivano da Chernigov, dove il buyer ha una rete di negozi, ora chiusi. “Mi sono chiesta cosa avrei pensato se mi fossi trovata al loro posto e nessuno mi avesse teso la mano in segno di aiuto e quindi non ci ho pensato due volte ad accogliere le sei persone”.

Non è l’unico buyer che l’ha contatta, un altro è riuscito a far raggiungere la Romania alla sua famiglia. “Questo è un piccolo aiuto, ma l’ho fatto. Magari se riusciremo aiuteremo anche qualche orfano”.

Nel mentre, però, ci sono i problemi economici da risolvere, che anche lei come azienda sente sulla sua pelle e condivide con chiunque gli capita davanti, che sia l’onorevole Salvini, come sempre presente al Micam, o la ministra Gelmini: “Il nostro comparto sta subendo una battuta d'arresto pesantissima proprio nel momento in cui si stava rivedendo la luce dopo due anni di buio per il Covid. Chiediamo aiuti immediati a cominciare dalla cassa integrazione per i nostri dipendenti, dai ristori che possano tamponare l'emergenza e una serie di misure finanziarie e fiscali ad hoc per tenere in vita il comparto e in particolare quello dell'area marchigiana”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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