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Il dopo emergenza. Cupillari, Banca Mediolanum: "L'economia produce anticorpi, il mercato opportunità"

3 Aprile 2020

di Chiara Fermani

MONTEGIORGIO - Investimenti in comunicazione multicanale, eventi in streaming con contenuti che vanno dall'economia alla psicologia, solidarietà e vicinanza continua con il cliente, ecco il modello di Banca Mediolanum per affrontare l'emergenza Coronavirus.  A parlarcene è Massimo Cupillari, Wealth Advisor di Banca Mediolanum, deputato alla gestione dei clienti con patrimoni rilevanti.

Cupillari, il modello Mediolanum, aprifila di un modo unico di fare banca, aveva già abituato i clienti a un modello “smart”, quindi cosa è cambiato per la vostra azienda in termini di operatività?

“I miei clienti, per la normale operatività bancaria, sono già abituati a lavorare attraverso il sito, le app ed il banking centre, in cui 500 banking specialist rispondono e operano in totale efficienza.

Ciò che è cambiato è il contatto diretto e continuo, a domicilio o in ufficio, tra il cliente e il family banker. Questo si è trasformato in un assiduo contatto telefonico, anche visivo con videoconferenze che consentono anche di effettuare attività operative, perché soprattutto in questo momento stiamo cercando di non far subire la situazione ai clienti, ma di far cogliere le opportunità che si stanno aprendo”.

Crede che diventeremo tutti più smart, anche a discapito della parte più emotiva del contatto fisico?

“Credo che questa pandemia non ci lascerà indifferenti. Le crisi sono diverse come genesi, ma si assomigliano come svolgimento. Questa è la prima crisi, non di tipo economico, ma causata da un fattore esogeno. L'elemento comune con le altre crisi è l'accelerazione dei miglioramenti di processo, all'interno delle aziende nell'attività lavorativa. Senz'altro ne guadagneremo in termini di efficacia, abbattimento dei costi e gestione del tempo. Sarà assolutamente molto più efficiente. Ma questo non sostituirà affatto il contatto fisico, le relazioni umane che resteranno basilari e determinanti, piuttosto ne sarà parte integrante”.

In questa fase quanto è importante lanciare messaggi incoraggianti che influiscano positivamente sull'emotività delle persone?

“Il pensiero e la comunicazione si basano sul realismo e sull'ottimismo, che in questa circostanza devono coincidere. Come ha dichiarato il Presidente Doris: ‘È corretto aver paura del Coronavirus, ma non bisogna aver paura dei mercati, ma pensare che questi inevitabilmente avranno una soluzione positiva’. È una questione di tempo, ma questa crisi di cui ignoriamo la durata, senza dubbio terminerà. È proprio per questo motivo che bisogna cogliere la finestra di opportunità, perché ogni crisi è diversa dalle altre, ma lo svolgimento ed il decorso si ripetono sempre".

Le famiglie in questo momento sono disorientate e spesso sono spinte a fare scelte dettate dall’emotività. Quanto contano paura ed emotività nel campo degli investimenti?

“L' emotività gioca un ruolo importantissimo, ne è la prova il fatto che negli ultimi anni, due premi Nobel dell'economia sono stati attribuiti a psicologi; questo ribadisce il ruolo fondamentale che la cosiddetta “finanza comportamentale” ha assunto. In queste situazioni bisogna tornare a concentrarsi sugli obiettivi per i quali si sono effettuati gli investimenti. Se gli strumenti utilizzati continuano ad essere coerenti con gli obiettivi che ci si è posti bisogna mantenere i nervi saldi sapendo che con una giusta e corretta diversificazione il proprio patrimonio riuscirà a superare qualsiasi crisi”.

Da sempre impegnata nel sociale, nelle attività legate ai bambini, con la Fondazione Mediolanum, come state operando per sostenere le strutture ospedaliere in questo momento?

Banca Mediolanum ha effettuato donazioni importanti e contestualmente aperto una raccolta fondi per gli ospedali italiani a cui ognuno di noi può contribuire. Personalmente ho aperto attività di beneficenza e prenotato un numero importante di mascherine da donare ai nostri medici condotti, casa di riposo e alle associazioni di volontariato che purtroppo ancora oggi hanno difficoltà a reperire dispositivi di sicurezza, pur lavorando a contatto con i malati”.

Come può rassicurare le famiglie e le aziende, cosa servirà davvero per ripartire?

“L'economia si comporta come si comporta il corpo umano quando riceve un virus. Produce anticorpi automaticamente e gli anticorpi che l'economia ha prodotto sono di tre tipi: il prezzo del petrolio che scende, i tassi d'interesse che scendono in maniera importante e l'euro che si svaluta nei confronti delle altre monete. In una prima fase questi sono anticorpi negativi per i mercati finanziari, però quando l'economia ripartirà questo avverrà con costi dell'energia più bassi, accesso ai finanziamenti a costi molto bassi, e le aziende che esportano i propri beni lo faranno a condizioni migliori con una valuta deprezzata.

Questi sono gli anticorpi. Poi ci sono i medici, che intervengono in maniera più importante e questi sono le banche centrali, che stanno intervenendo a piene mani, come mai in passato, erogando liquidità importante al sistema, e i governi, che invece ci curano da un punto di vista strutturale, attraverso una politica fiscale che mette reddito in tasca alle famiglie e alle imprese.

L'unica differenza rispetto all'organismo è che il malato di economia non muore. È una questione di tempo, ma sicuramente si riprende e lo farà con basi molto più solide, tanta liquidità e tanta spinta. Ed è importante lasciar lavorare coloro i quali ne hanno le competenze. Solo in questo modo si può essere ottimisti, essendo realisti”.

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