FERMO - Il sole, croce e delizia dell’estate. Un caro amico da cui difendersi. Come consiglia il dermatologo dell’Inrca, il dottor Lorenzo Morresi. Che si muove tra il suo ambulatorio e i tanti momenti divulgativi e di prevenzione sul territorio, donando tempo e professionalità alle associazioni che organizzano attività, dalla Lilt allo Iom del presidente Livini, come accadrà domani mattina a Pedaso dalle 930 alle 1330 nel spiaggia dello chalet Il Faro con l’iniziativa ‘Pelle al sole, protetti anche in spiaggia’.
Dottor Morresi, qual è il rapporto tra il sole e la pelle? Pro e contro.
“La pelle ci protegge e noi cerchiamo l’abbronzatura per motivi estetici anche se il sole a volte ci è nemico, come tutte le cose buone e belle di cui abusiamo. Il sole è buono poi magari siamo noi a esagerare, per lavoro o per svago, creandoci danni”.
Come ci si protegge davvero, qual è la crema giusta?
“In primis, andiamo al sole responsabilmente proteggendoci con creme adeguate al nostro fototipo ovvero tanto più protettive quanto più chiari siamo di carnagione. Le migliori creme o latti o spray sempre livello 50 o più di protezione solare, sono quelli in grado di bloccare fino al 98% dei raggi ultravioletti più dannosi”
A cosa fare davvero attenzione?
“Evitiamo di bruciare la nostra pelle, cerchiamo di non cercare la tintarella in modo spregiudicato, privilegiamo le ore in cui il sole è meno forte, ovvero fino alle 10 e dopo le 17”.
I bambini rischiano di più o è una leggenda ?
“Sono da proteggere bene soprattutto sotto i 12 anni ed è sconsigliata l’esposizione a luce solare diretta per i neonati fini a 6 mesi. Non solo al mare ma anche a passeggio”.
Un accorgimento per i più piccoli?
“Per i bimbi va ripetuto più volte il rito dello spalmare o spruzzare la crema, possibilmente idrorepellente. Bisogna portare i bambini in spiaggia in modo responsabile, non costringendoli a prolungate esposizioni giornaliere che possono provocare eritemi o scottature. Consiglio anche di usare cappelli e occhiali da sole”
Morresi, quali segnali una persona non deve trascurare: macchie, nei o cosa?
“Se tieni alla tua pelle guardala! Lo dico sempre: autoesaminarsi è importante. Se vedi qualcosa che compare e sei sicuro che non c’era parlane col medico di famiglia e poi magari rivolgiti ad uno specialista. Stessa prassi se una lesione che c’era si modifica dopo averla analizzata. Ci sono cinque criteri da considerare: A asimmetrie, B bordi, C colore, D dimensioni, E evoluzione”.
Che significa?
“Una lesione che non c’era o è cambiata di colore o ha modificato i suoi margini, di solito in un tempo limitato, deve far venire il dubbio che sarà poi fugato e risolto dallo specialista. Come sempre arrivare prima salva la vita ed evita rischi. Bisogna sapere per non rischiare. Per questo campagne di informazione e screening, come quella di Pedaso in riva al mare, sono il segreto del successo terapeutico. Bisogna ricordare che più sottili o in fase iniziale sono le lesioni e più facile e meno invasivo sarà il trattamento”.
Raffaele Vitali