
di Raffaele Vitali
BUCAREST - In un anno 1400 rumeni hanno preso l’aereo a Bucarest, sono atterrati a Pescara o a Bologna e hanno raggiunto Porto San Giorgio. Per vedere villa Bonaparte o villa Clarice? Forse. Per fare un bagno nell’Adriatico? Magari anche, ma l’obiettivo era uno: cenare da Retroscena, il ristorante stellato guidato da Richard Abou Zaki.
Il 30enne chef, italiano d’adozione, cresciuto tra Modena e le Marche, è il primo stellato della storia della Romania e da due stagioni è la star indiscussa di Cheif La Cutite, quello che potremmo definire il Masterchef rumeno. E allora? Allora vi raccontiamo questa storia al contrario, partendo da Porto San Giorgio e arrivando a Bucarest, complice la folle e riuscitissima idea di Abou Zaki: portare ‘Retroscena’ per dieci giorni nel cuore di
Bucarest.
IL VIAGGIO
Un ristorante pop up, in una location incredibile, in cui lo chef ha spostato tutto il suo staff, appoggiandosi anche a talenti locali. Risultato, sold out tutte le sere e numeri da Guinnes: 4400 portate servite, 48mila tra forchette e coltelli, 4200 bicchieri e 165mila puntini sul cavolo cappuccio, servito niun o dei piatti principali.
Tutto è iniziato alle 5.15 di domenica mattina, quando si è chiuso il check in all'aeroporto di Pescara. Sul volo diretto a Bucarest c’era anche il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini. Perché Abou Zaki non si limita a cucinare, lui in ogni piatto presenta un pezzo di Marche, con qualche influenza modenese, come i tortellini alla crema di parmigiano che ‘regala’ spesso a sorpresa ai suoi clienti o che inserisce nel menù domenicale, perché è tradizione. Con il sindaco anche la madre dello chef, che è la parte rumena della vita giramondo di Abou Zaki e che non poteva mancare nella serata di chiusura.
LA TV
Come se non bastasse dover gestire un ristorante aperto dal nulla all’interno di una riserva naturale di 24 ettari, a bordo lago, in una struttura arredata pezzo pezzo per l’occasione, il 16 novembre di Richard ha inizio negli studi di Antena 3, la televisione nazionale di Romania. Perché, a poche ore dal debutto della nuova stagione del programma che ha reso Abou Zaki ancora più star di quello che la Stella ha fatto, i quattro amati giudici dovevano partecipare a una trasmissione, in stile Uno Mattina in Italia. E così, tappa anche per gli ‘italiani’ atterrati in studio.
Interviste, scherzi, giochi, venti minuti nella trasmissione più seguita con Richard a fare la parte del leone. È spigliato, dinamico, simpatico, sa interagire con i colleghi, che nonostante la giovanissime età ne riconoscono il talento superiore. Anche televisivo. È carico lo chef, che in diretta saluta la mamma e il sindaco sangiorgese. Prima vetrina per il Fermano e le Marche. Ma è davvero solo la prima, perché è entrando al ristorante per la cena che si comincia a respirare aria sangiorgese.









LA CENA
Tutti seduti, fino a quando non si apre il grande sipario, perché quello che vivranno gli ultimi ospiti di questa incredibile operazione che ha replicato un ristorante stellato in tutto e per tuto a migliaia di chilometri di distanza. È il momento di Richard Abou Zaki e della sua brigata, tutta schierata dietro il grande bancone che diventa il luogo da ammirare e fotografare, dove si impiatta ogni portata.
Un lungo discorso in rumeno accoglie gli ospiti, 65 coperti eleganti tra tavoli tondi e rettangolari per i mini gruppi. È qui che Abou Zaki inizia il racconto della ‘sua’ terra mentre parla a casa sua: le parole Marche e Porto San Giorgio sono scandite in maniera chiara, anche parlando i rumeno. E poi Porto San Giorgio, ricciola, ombrina, oliva ascolana e il suo cult: coccobello. La descrizione del dolce è semplice: “Vi sembrerà di essere su una spiaggia delle Marche, nella mia Porto San Giorgio”. Lo guarda e sorride il sindaco Valerio Vesprini, che dopo essere stato protagonista della diretta sulla tv nazionale incassa l’applauso della esclusiva clientela della cena.
La cena è come un perfetto ballo, ogni passo segue l’altro senza inciampi. Dalla Amuse Bouche al risotto adriatico, che illumina i volti dei commensali per il suo sapore d’olio di oliva tenera ascolana, per non parlare del tortellino alla crema di parmigiano che fa calare un irreale silenzio in cui l’unico rumore è quello del cucchiaio che sfrega sugli originali piatti in piena.
E poi c’è ‘l’ombrina de lu portu’ come scherza lo chef passando per il tavolo ‘italiano’ in cui spicca la presenza di Paolo Marchi, il giornalista ideatore e anima di Identità Golose con la moglie Luisa Acciarri, autore dell’introduzione del libro ‘Cooking my dream’ in uscita in Romania la prossima settimana, in Italia il 5 dicembre. Un testo in cui non racconto ricette, ma la
Abou Zaki, come un Bolle dei fornelli, si muove tra i piatti, l’incontro ai tavoli con ogni commensale che vuole scambiare una battuta prima dell’inevitabile foto ricordo, e il microfono, che lo chef usa come un cucchiaio, in maniera naturale. Si commuove ogni tanto mentre parla, capita quando presenta la madre, che si alza di corsa e lo va ad abbracciare, capita quando racconta le sue Marche, capita perché la cucina è sentimento.
Mentre in tavola i bicchieri non restano mai vuoi, passando alla bollicina di Terrapremiata, la cantina di Graziano Mazza fondatore del brand di scarpe Premiata, da sempre al fianco di Richard per cui ha creato anche una esclusiva linea di abbigliamento, al Verdicchio prima di Jesi e poi di Matelica, la cena sinuosamente arriva alla fine, alla piccola pasticceria che riproduce in un bon bon un tiramisù e uno strudel.
IL SUCCESSO
Si chiude così la cena, finisce così, almeno per ora, la storia di Retroscena a Bucarest, prosegue invece quella che vede gli aerei alzarsi dalla capitale rumena per atterrare e raggiungere, tra treni e auto a noleggio, le Marche. Un viaggio non semplice, come tutti quelli che coinvolgono la piccola regione, ma desiderato e quindi reso leggero dall’attesa del piacere.
Era così fino ad anni fa per il mondo calzaturiero, è oggi per la cucina. Una regione stellata, da nord a sud, che con Abou Zaki ha un fatto un salto di qualità, perché lo chef no è un ‘personal Ambassador’, ma un vero brand Ambassador di Porto San Giorgio e di un territorio che lui racconta con vini e ingredienti, trasformandosi nel primo alleato di chi fa turismo e cerca di mettere le Marche al centro del mondo.
Lo ha capito bene Vesprini, che sull’aereo delle 5 del mattino è salito, sapendo che ne avrebbe preso un altro 20 ore dopo, lo stanno capendo in Regione, dove Abou Zaki deve giocare da protagonista. Anche perché lo fa già senza che nessuno lo abbia chiesto. E continuerà a farlo, visto che in primavera a Bucarest aprirà Controluce, la pizzeria che Abou Zaki ha creato e gestisce nella piazza di Porto Sant’Elpidio. E non è finita qui.



















