MONTAPPONE – Ci sono 1300 persone, i lavoratori di 80 aziende del settore cappello nel distretto fermano-maceratese, che ogni giorno guardano con attenzione a quello che succede nel mondo. perché se c’è un settore che risente delle tensioni internazionali è quello fashion legato all’accessorio principe, insieme con le borse, della moda.
“Un settore che – spiega Paolo Marzialetti, presidente nazionale settore cappello di Tessilvari – sta vivendo il definitivo esaurimento della cosiddetta "onda lunga", legata al rimbalzo produttivo post pandemico evidentemente sovrastimato. Fine , anche per il comparto del lusso che registra un rallentamento nel numero dei capi prodotti, anche per via delle differenti priorità che i consumatori finali stanno dando ai loro acquisti, certificando dunque anche la mutazione del proprio stile di vita, anche a causa degli effetti inflattivi, conseguenza degli sconsiderati aumenti delle materie prime (in media del 30/40%) e dei costi di gas ed energia elettrica negli anni post pandemia, prima calmierati ed ora nuovamente aumentati, a cui vanno ad aggiungersi i tassi d'interesse, che soltanto quest’anno hanno rallentato la loro corsa, allentando in tal modo anche il cosiddetto "credit crunch".
Di fronte a questo quadro, si gioca la partita in Regione, con il presidente Acquaroli alle prese con la nomina degli assessori. “Il presidente sa cosa fare, va lasciato tranquillo. Anche perché – riprende Marzialetti – non abbiamo dubbi che saprà dare importanza e attenzione al Fermano con un assessorato di rilievo”.
Se fosse l’imprenditore del cappello a scegliere, le deleghe preferite sarebbero quelle alle attività produttive, vista la forza e necessità del distretto della moda. “In alternativa bene vengano Sanità o Infrastrutture. Ma sarà Acquaroli a decidere, noi siamo pronti a collaborare partendo dai nostri quattro consiglieri regionali”. Tornando ai numeri del cappello, le esportazioni di berretti sono scese nel 2025 del 9,2%, mentre il calo è del 23,8% per il cappello di paglia, che cresce rispetto al 2019.
"I magazzini dei negozi sono ancora pieni, ma non possono svendere per non intaccare la reputazione del prodotto. Non possiamo che sperare nella risoluzione dei conflitti, a cominciare da quello israeliano, sperano che arriva la pace anche tra Russia e Ucraina” conclude Marzialetti.