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Il calcolo maledetto, Tamberi out in finale. "Ho sacrificato la vita per questa, ma ho rimesso sangue"

11 Agosto 2024

“È stato devastante, ho rimesso due volte, entrambe le volte ho rimesso sangue, non riuscivo a muovermi dal letto, pensavo a questa sera, pensavo a quando passava il dolore, perché' quando passi senti un fastidio ma non sei limitato". Eppure, Gianmarco Tamberi, portabandiera dell’Italia, campione olimpico uscente e twstimonial delle Marche, ci ha provato lo stesso a difendere la sua medaglia d’oro nell’immenso stadio francese.

Ma la voglia, la tigna marchigiana, il talento non bastano quando il fisico ti dice che è stanco. Una persona normale sarebbe rimasta nel letto dell’ospedale, dove era finito poche ore prima della gara il campione marchigiano, ma non lui, il trascinatore di folle e compagni (nella foto la sfilata inaugurale).

Purtroppo la sua avventura olimpica è finita con tre errori a 2,27. Le gambe non hanno seguito la testa, lo si era capito già al primo salto a 2.22, misura superata al terzo tentativo quando normalmente l’avrebbe affrontato in ciabatte, che sarebbe stata una serata molto complicata.

“Grazie per avercela messa tutta” le parole della premier Giorgia Meloni. Ed è vero. Quel che è mancata è stata la velocità nella corsa, la spinta, l'elevazione. Il calcolo renale è stato più forte di lui.

Prima il ritardo di partenza dall’Italia, poi la speranza che fosse passato, infine il ritorno in ospedale dopo la nuova colica renale notturna. Ma un messaggio social tranquillizza tutti: "Ci sarò" le parole accompagnate dalla foto del campione diretto allo stadio.

Purtroppo, incredibile a dirsi, 2.27 diventano un Everest irraggiungibile per le sue gambe stanche. Non gli resta che salutare il pubblico, che lo ha spinto fino all’ultimo, ed uscire i lacrime. “Oggi non riesco a essere critico con me stesso. Cerco solo di non pensare a quello che è successo in questi giorni e non riesco ad accettarlo" ha dichiarato a Raisport.

"Sentivo questa come la mia ultima vera gara, quella a cui dedichi la vita. Non me lo meritavo. Non mi meritavo quello che mi è successo questa notte e domenica scorsa. Ho dato tutto allo sport. La fame c'era, ma mancava tutto il resto. Per lo sport ti perdi tante cose, magari una famiglia che potevo realizzare tre anni fa".

Parole che lo fanno piangere. “Ora cerco solo di stare tranquillo, di non pensare a quello che è successo in questi giorni, perché non riesco ad accettarlo: non me lo meritavo”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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