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"Il 25 Aprile è la festa più bella". Fermo torna in piazza, Bella Ciao accompagna il partigiano Mario tra i giovani studenti (foto e video)

25 Aprile 2022

di Raffaele Vitali

FERMO - “Il 25 Aprile è la festa più bella”. Mario De Benedictis è in prima fila. Resiste, anche oggi perché sa che la sua voce, la sua memoria sono importanti quanto le sue gambe e il suo coraggio 77 anni fa.

Un lungo corteo arriva dal Girfalco, dopo la messa, e si ferma davanti a palazzo dei Priori per posizionare la corona d’alloro, come sempre affidata alle sicure mani dei vigili del fuoco. Tante persone, mancava il 25 aprile ai fermani che alla fine, prima di salire le scale per entrare nella sala dei ritratti e consegnare il premio Ada Natali, prima sindaca donna d’Italia, agli alunni della terza media di Grottazzolina.

“Il 25 Aprile è una data che segna la conclusione di una dittatura tremenda, feroce e lunga che portò il Paese alla totale distruzione”. Una distruzione fisica e morale, ridotta in povertà e fame. “Ma sopra le macerie fumanti venne scritto la Costituzione con parole chiare, attente e precise”. Inequivocabili, almeno per chi vuole capire e intendere.

“Mai più fascismo con tutto quello che comportò: volenza, mancanza di libertà, controllo totale, anche dei testi scolastici, olio di ricino e bastonate. Ma poi sono arrivati i partigiani e il 25 aprile del 1945 la liberazione. Dobbiamo conoscere tutto questo, la memoria non può essere statica ma attiva e presente nella nostra quotidianità” sottolinea Paolo Scipioni, presidente Anpi Fermo.

L’Italia è una repubblica democratica, l’uomo solo al comando non funziona più. anzi non ha mai funzionato, lo ricordano tutti. “Oggi si dialoga attorno a un tavolo, i problemi si risolvono. L’idea mia si integra a quella dell’altro. Abbiamo la costituzione come faro e la pace come arma. Buon 25 aprile” conclude Scipioni.

Che chiama poi Paolo Calcinaro. “Credo che la forza tranquilla del 25 Aprile oggi ritrovi il suo popolo, la partecipazione. È un giorno utile ogni anno, a anzi quotidianamente per darci le coordinate della nostra azione. Dobbiamo ricordare sempre, ancor più adesso, cosa è stata la dittatura. Non possiamo permettere un arretramento su questa memoria”.

A seguire la prefetta Vincenza Filippi che sottolinea i tanti i momenti del ricordo del Fermano: “A Ortezzano una amministrazione lungimirante ha ripreso un episodio di vittime innocenti. A Servigliano con il campo diventato monumento nazionale. Ho studiato in una scuola religiosa ma di grande matrice laica. Noi bambini lo festeggiavamo sapendo che c’era un aggressore e un aggredito, c’erano le ragioni della giustizia, della lotta alla violenza e le ragioni di coloro che per motivazioni interiori erano stati dalla parte sbagliata”.

L’importante è far sì che le ragioni e la memoria resti forte tra i giovani. Su questo si impegnerà Michele Ortenzi, presidente della Provincia che delle Superiori ha la competenza: “Dobbiamo lavorare tutti per la memoria collettiva, per difenderla e tramandarla. Il 25 Aprile è qualcosa di attivo, come dice Paolo Scipioni. Il mondo della scuola è fondamentale in questo percorso. Qui ci siamo tutti e devo dire grazie a chi ha combattuto e ci permette di essere qui oggi. La libertà e la democrazia li dobbiamo volere ogni giorno applicando i principi della nostra carta costituzionale”.

E tutti sono arrivati a Fermo per il ‘premio Ada Natali’, la prima dona sindaco d’Italia nella sua Massa Fermana. A vincere è la scuola di Grottazzolina. A consegnare il premio il senatore Verducci. “Per me è la festa più bella. L’ho sempre pensata così e ho sempre vissuto fin dalla mattina di ogni 25 Aprile una emozione e un entusiasmo grandissimo. È un dovere per un parlamentare partecipare alle celebrazioni della festa della Liberazione, lo è per un uomo delle istituzioni. Essere qui è inchinarsi a chi ha saputo riscattare il nostro paese dandogli la libertà, la democrazia, il benessere e la felicità che la dittatura e il fascismo avevano annullato”.

Senza il 25 aprile non ci sarebbe chi oggi critica il 25 aprile. “Senza non avremmo la nostra Costituzione che studiano in tutto il mondo. Il fascismo è stata la ferocia di impedire il libero pensiero, delle carceri, degli incendi delle case del popolo, della distruzione delle campagne contadine, delle fucilazioni di chi chiedeva solo il grano come a Ortezzano. E poi è stata l’ignominia più bestiale: le leggi razziali e razziste del 1938, con la cattura e la morte nei campi di sterminio persone innocenti con l’unica colpa di essere nati in una casa in cui si professava una religione” prosegue il senatore.

Che chiede un patto tacito ai cittadini: “Non restare mai indifferenti di fronte all’ingiustizia. Come hanno fatto Mario e i suoi compagni. Non essere indifferenti di fronte a una ingiustizia anche apparentemente insignificante. Non esserlo di fronte all’enormità dell’ingiustizia. Viva il 25 Aprile”.

Quel viva riecheggia, è la chiusura di tanti interventi e il messaggio per gli alunni di Grottazzolina guidati da Francesco, che fa da portavoce di un progetto in cui insieme con i docenti hanno saputo parlare di inclusione sociale, Intercultura e lotta alla dispersione scolastica. “Insieme, dalla cultura delle armi alle armi della cultura, coltiviamo i delicati fiori della libertà e della democrazia”.

Applausi per tutti, ma soprattutto per Mario che con il suo intercedere zoppicante ma convinto ricorda a tutti che si può tutto, basta volerlo e avere sani principi a darci forza.

@raffaelevitali

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