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Iannella, il procuratore capo che ama Fermo: capacità, autonomia e indipendenza

9 Gennaio 2020

di Raffaele Vitali

Per descrivere cosa significhi il ritorno di Raffaele Iannella come procuratore capo a Fermo potrebbe bastare l’immagine della sala gremita del Tribunale. Potrebbe, ma non basta. Perché poi con le parole che vanno oltre i volti, tanti quelli importanti di procuratori, avvocati, politici, vertici delle forze dell'ordine e semplici cittadini: “Volevo Fermo, ho chiesto solo Fermo. Speravo di venire prima, è andata diversamente. Ma ora eccomi” esordisce il neo procuratore capo. Che poi aggiunge: “Amavo questo territorio per le persone. Di solito quando si va via e si cambia luogo di vita e lavoro si fanno nuove amicizie. Ma io ho mantenuto quelle di Fermo. E ve lo dimostro: sono stato qui per 15 anni, sempre in affitto. Quando è arrivato il trasferimento ho comprato casa. Perché questo territorio è anche mio”.

Queste parole risuonano dentro l’aula gremita. Tutti si guardano e pensano la stessa cosa: un procuratore che ama il posto dove lavora è un procuratore che farà di tutto per far stare meglio il territorio. Una garanzia in più alla professionalità. Quella che gli viene riconosciuta intervento dopo intervento. A cominciare da quello del Procuratore generale della corte di Appello di Ancona, Sergio Sottani: “Abbiamo fatto il concorso insieme io e Raffaele. Dovevamo incrociarci qualche anno fa. Fermo attendeva questa nomina da tempo, dall’ottobre del 2018. Bravi i facenti funzione, ma serviva il capo. Che ha un compito preciso: fare squadra. E in questo Iannella è bravo e soprattutto la presenza incredibile all’insediamento dimostra che ogni componente è pronta a lavorare in sintonia. Lo aspetta un impegno gravoso, ma la capacità di professionalità, autonomia e indipendenza, ancora più necessarie in una piccola realtà, sono la garanzia che farà bene”.

Ascolta Iannella che poi, mentre parla, si emoziona ricordando la famiglia: “Dedico questo momento a mio padre e a mia – si rompe la voce – madre. E alla mia compagna, che mi ha dato anche la gioia di un figlio”. Ma non dimentica anche chi c’era, e oggi non c’è più, nei suoi lunghi anni da sostituto a Fermo: “L’ex procuratore capo Barchiesi e l’avvocato Sandro Chiodini, due persone che mi hanno dimostrato affetto disinteressato e mi hanno aiutato a superare momenti difficili”. Non poteva quindi che essere il figlio Stefano Chiodini, oggi presidente dell’Ordine degli Avvocati, a dargli il benvenuto, ad abbracciarlo e ad aprirgli il percorso tra la folla dei colleghi: “La capacità non si discute, la conoscono tutti. a me preme parlare dell’uomo. Iannella è una persona aperta al dialogo, al confronto, che poi magari non cambia le posizioni, ma che apre le menti grazie a lealtà e sincerità”.

È felice il tribunale di Fermo, anche il presidente Bruno Castagnoli: “Lo conosco dal 1999. No ci ho lavorato a lungo, ma una cosa l’ho capita subito: alla capacità tecnica sapeva aggiungere la manza di pregiudizio. E questo perché ha in sé la cultura della giurisdizione. Sono felice del suo ritorno e lo sono ancora di più nel vedere tante persone a riprova che il sentimento è condiviso”.  Finisce così, con un lungo applauso, con gli abbracci, con il brindisi e l’immancabile in bocca al lupo.

@raffaelevitali

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