
FERMO – Nascere a Monte Giberto e vincere un bronzo alle Olimpiadi di Tokio. Se serviva una storia di Natale, il Fermano la regala all’Italia. Gianluca Vitellozzi a Tokio ha stupito tutti. 30enne originario di Monte Giberto, cresciuto in piscina con l’Onda Azzurra, è sordo. Non dalla nascita, l’udito lo ha perso adolescente.

È stato un trauma, ma non si è arreso e ha cominciato a costruire la sua nuova vita, principalmente fatta di studio. Ha imparato la lingua dei segni e si è laureato in ingegneria. Ma a un certo punto, l’acqua è tornata a farsi sentire e Gianluca ha trovato nell’allenatore Michele Girotti il maestro ideale.
Vitellozzi allenamento dopo allenamento diventava più forte. Nel mentre, la tecnologia ha fatto progressi e un impianto cocleare gli ha ridato parte dell’udito.
La Federazione sport sordi Italia è diventata la sua casa, Mondiali e Olimpiadi l’obiettivo da raggiungere. Sacrifici e impegno, poi la convocazione che l’ha fatto diventare uno dei dieci nuotatori italiani alle Olimpiadi. Il bronzo è arrivato con la gara meno attesa, la 4x100 stile libero mista uomini.
“I sogni esistono per chi ha il coraggio di crederci” è il motto con cui la federazione Fssi lo ha accolto in squadra. Porte aperte che Vitellozzi ha ripagato con il suo primo bronzo.
