di Chiara Fermani
SERVIGLIANO – Terza serata del NoSound Fest 2025, oltre 3.500 persone al Parco della Pace e un protagonista che trasforma il palco in un abbraccio collettivo.
Tananai, al secolo Alberto Cotta Ramusino, è un artista che corre, suda, salta, si emoziona. E lo fa con quella disarmante autenticità che non si studia a tavolino.
“Per la prima volta mi sono dimenticato un pezzo in scaletta… si vede che mi stavo divertendo troppo” ammette sorridendo a metà concerto. Una frase che vale più di mille pose: perché Tananai non si limita a esibirsi, ma vive il concerto.
Corre da un lato all’altro della scena, coinvolge i suoi musicisti, sale e scende dalla scaletta al centro del palco per stare il più possibile vicino – quasi sopra – al suo pubblico. E ogni volta che ringrazia, sembra farlo davvero con il cuore.
“Penso di avere più amici qui nelle Marche che a Milano” dice, mentre fa spostare le prime file per far avanzare papà con bambini in spalla: “Io non ho figli, ma immagino il mal di schiena!”. In un gesto solo, empatia, ironia e spirito da frontman.
Tananai è oggi uno dei top player della musica italiana: perché i suoi brani scalano le classifiche, perché riempie le piazze, ma soprattutto perché la sua forza sta nella coerenza tra ciò che canta e ciò che è. Vederlo dal vivo è toccare con mano la sua idea di musica come occasione d’incontro, prima ancora che spettacolo. E il pubblico lo sa. Lo canta. Lo sente.
Da “Tango”, la ballata struggente presentata a Sanremo 2023, fino a “Sesso Occasionale”, la canzone con cui debuttò all’Ariston arrivando ultimo (ma che fu l’inizio della svolta), ogni brano è accolto come un piccolo rito collettivo. La voce c’è, ma è la sua capacità di creare connessione che fa la differenza.
Anche nelle canzoni più intime, come “Veleno” o “Abissale”, Tananai non perde mai contatto con il pubblico. Non recita un copione, si dona al suo pubblico, dai giovanissimi ai genitori con figli, che lo ripaga con un’energia che tiene alto il ritmo per tutto lo show. C’è qualcosa di sorprendentemente raro in lui: la capacità di non prendersi troppo sul serio pur prendendo sul serio la musica. E Servigliano, perfetta l'intesa tra Comune e Best Eventi, l’ha capito benissimo. (foto Mirko Franconi)