PORTO SANT’ELPIDIO – Una condanna definitiva nel 2018 per falso ideologico irrompe sulla campagna elettorale per le regionali ed irrompe all’interno del centrodestra, dove il clima è tutt’altro che sereno. L’attuale presidente Erap Marche, Saturnino Di Ruscio, già candidato nel 2020 con Fratelli d’Italia, ha inviato al presidente della regione Francesco Acquaroli e a tutti i consiglieri una lettera, protocollata, riguardante Andrea Putzu attuale presidente della commissione Sviluppo economico della Regione Marche, tra i politici più vicini al governatore e alla premier Giorgia Meloni.
“Sono il primo dei non eletti, preceduto dal candidato Putzu che risulta condannato in via definitiva a otto mesi e 20 giorni di reclusione per falso ideologico. Condanna passata in giudicato il 3 luglio 2018”.
Sul punto Putzu chiarisce immediatamente: “La controversia, alla quale sembra fare riferimento l’esposto pervenuto in consiglio regionale, è relativa ad una risalente vicenda inerente alla presentazione di firme a sostegno di apposite liste elettorali per le elezioni politiche del 2013, addirittura concorrenti al mio partito politico (La Destra, ndr). La mia posizione, in quella occasione, è stata solo quella di autenticatore delle sottoscrizioni. La pronuncia di condanna che mi riguarda prevede la non menzione (omissione prevista per condanne sotto i due anni, ma non se per fini elettorali) nel casellario giudiziale, il quale si presenta nullo”.
Stando allo staff di Putzu, non ci sarebbe interdizione ai pubblici uffici. La pensa diversamente Di Ruscio che nella sua missiva ribadisce: “Tale reato è previsto quale causa di incandidabilità alle elezioni regionali indicate, e a quelle successive eventualmente, poiché rato commesso dall’allora consigliere provinciale con abuso di poter o con la violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico esercizio. Un reato commesso contro la pubblica amministrazione”.
La parte finale della lettera del presindete Erap, che sarebbe diventato consigliere regionale in assenza di Putzu, è politica: “Questa condanna dovrebbe già essere di piena conoscenza di questo consesso e dell’organo che ha deliberato l’elezione. Se così non fosse, d rimo dei non eletti e da danneggiato, vi porto a conoscenza di quanto. Coglia pertanto chi ha deliberato la nomina o la convalida, revocarla immediatamente”.
E Putzu? “Mi considero validamente eletto, nonché quindi convalidato, consigliere regionale della Regione Marche. ho operato sulla base della convinzione dell’intervenuto esaurimento di una vicenda spiacevole e sfortunata dell’esperienza politica vissuta sino a quel punto addirittura per attività prestata a favore di terzi.
Ricordo che a quei tempi, appena ricevuta notizia della pendenza del procedimento penale (anno 2014), scelsi di dimettermi da consigliere comunale del comune di Porto Sant’Elpidio. A tale atteggiamento rigoroso ho sempre ispirato tutta la mia azione politica e ritengo di dover continuare a farlo anche oggi nella situazione corrente, a difesa degli interessi che meritano tutela nel nostro territorio”.
Da capire ora come intende procedere la Regione Marche e magari capire anche quale tipologia di controlli sia stata effettuata dall’ufficio elettorale della Prefettura. La questione andrà chiarita rapidamente, visto che si stanno per chiudere i tempi per la presentazione delle liste dei candidati e in quella di Fratelli d’Italia Putzu è il nome forte.