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Greta e le altre, i giovani in piazza a Fermo: "Aborto, lotteremo fino a quando ogni donna non potrà scegliere"

26 Maggio 2025

FERMO - Ci vuole coraggio a organizzare un presidio in piazza del Popolo, a Fermo, di domenica pomeriggio. E di coraggio ne hanno gli studenti e le studentesse della rete Noisette guidate da Greta. Loro sono state la calamita di chi crede nei diritti e nei principi, dai Giovani comunisti ad alcuni consiglieri comunali, da Trasatti a Pascucci, da Interlenghi a Bagalini, per arrivare a figure impegnate come Gaia Capponi o Sandra Amurri e l’ex primaria Luisanna Vola.

Tutti insieme per dire: Stanche sì, ma arrese mai. Il ‘non voto’ in consiglio e la mozione che chiedeva l’applicazione completa della legge 194, direttive internazionali incluse, ha spinto i giovani a manifestare.

“A tutti coloro che erano presenti quel giorno in aula (leggi) voglio ribadire la legge 194/78 che afferma che la donna ha il diritto di interrompere la gravidanza entro i primi 90 giorni per motivi di salute, economici, sociali e familiari. o non credo che loro non conoscano questa legge, credo invece che scelgano di ignorarla per arrogarsi ancora una volta il diritto di decidere al posto nostro.” sottolinea Violetta, che da alcuni anni vive nelle Marche.

È il 25 maggio 2025 e si parla ancora di aborto. Del resto, se solo il 16% delle interruzioni volontarie p farmacologico, la questione è di grande attualità. Come il fatto che “le strutture presenti nelle Marche sono 12, ma quattro di queste si rifiutano di effettuare il trattamento IVG, così la media farmacologica è scesa al 39% nelle Marche contro il 60% nazionale” ricorda ancora.

Quando ha preso parola Greta Lattanzi è come se parlassero gli studenti di Fermo, quantomeno quelli che fanno parte della rete. “Le linee guida in merito all’aborto farmacologico fino alla nona settimana, al potenziamento dei consultori e all’impedimento di accesso in queste strutture a realtà antiabortiste o religiose dovevano essere state attuate cinque anni fa. Uscire dall’aula ha contribuito a una negazione della rappresentanza democratica della cittadinanza. Lasciare l'aula senza prendersi neppure la responsabilità dell'astensione al voto è gravissimo” ribadisce.

Non è stato facile organizzarsi per scendere in piazza. Ma la gravità di quanto accaduto ha agevolato l’azione di Comitato 5 luglio, Common Bubble, giovani comunisti e comuniste e Rete degli studenti medi di Fermo “Noi pensiamo che il diritto a decidere in autonomia sul proprio corpo e sul proprio futuro debba essere sempre garantito. Nessuna di noi - prosegue Greta - sarà mai libera di autodeterminarsi fino a quando ci sarà qualcuno che si vorrà imporre sui corpi altrui. Per questo continueremo a lottare fino a quando ogni donna non avrà la possibilità di scegliere”.

Parla di diritti e non vuole sentir parlare di strumentalizzazione: “I corpi sono i nostri, sono le nostre vite, le nostre case. E ancora siamo costrette a guardare uomini discorrere in merito alle nostre libertà fondamentali, come se fossero questioni di diplomazia trascurabili, come se dietro a quella gravidanza che si vuole interrompere non ci sia una persona che quella gravidanza, per svariati motivi, non può permettersela. Non state proteggendo le donne né tantomeno tutte le persone con utero la cui esistenza non vi degnate nemmeno di considerare”.

Il messaggio che con forza lancia parlando al microfono mentre in piazza aumentano lee persone è semplice: “Limitare l’accesso all’aborto e criminalizzarlo non lo riduce, lo rende solo meno sicuro” rafforza la sua posizione la dottoressa cola: “Chi vuole uno stato cattolico lo vada a 'costruire' da un'altra parte; i pro life non sono per la vita, ma per la nascita: è diverso. È incredibile che siamo ancora qui a parlare di una legge del 1978, noi donne siamo davvero pazienti”.

La verità è che ad esempio l’85% delle donne che abortisce in Emilia Romagna utilizza il metodo farmacologico, “perché da noi no?”. "Perché purtroppo - riprende la giornalista Sandra Amurri - è una questione politica. La politica è vita perché decide il presente e il futuro, ma lo dimentica”.

La chiosa finale è di Gaia Capponi, la donna che ha con un vocale portato 19 donne dentro il consiglio comunale mentre i consiglieri di maggioranza uscivano invece che “impegnarsi a far applicare un diritto garantito dal 2020 dal ministero della Salute, ovvero la possibilità di utilizzare la Ivg farmacologica fino alla nona settimana”.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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